quota partenza (m): 1258
quota vetta (m): 2119
dislivello complessivo (m): 861
Accesso:
Arrivando dalla tangenziale di Torino, uscire ad Avigliana est, proseguire per Giaveno, entrare in Giaveno e seguire la SP190 per Coazze fino al bivio per Pontedipietra-Maddalena-Aquila. Seguire la strada per Aquila fino all’ampio piazzale di Alpe Colombino, a quota 1240 m, dove si parcheggia la macchina. Sono tuttora presenti la stazione di arrivo del Pian delle Lese e i vecchi piloni degli skilift e della funivia, anche se in stato di totale abbandono.
Voglio fare solo una piccola premessa , QUESTO E’ UN GRAN BEL GRUPPO!
La partenza è davvero dura. L’elevata pendenza e il sentiero sconnesso ci impegnano fin dai primi passi (si sale lungo le vecchie piste di una stazione sciistica, scoscese e rocciose).
Superati i primi tornanti ci fermiamo al primo punto panoramico da cui si può godere di una splendida vista sul paese di Giaveno; la difficoltà nell’arrivare impone una sosta, con la scusa di scattare “qualche” foto (sembriamo tanti cinesi in visita turistica, tutti con le macchine fotografiche in mano!).
Seguendo ancora la strada o tenendo la linea spartiacque, giungiamo in vista della ex-stazione di arrivo dello skilift, dopo un altro tratto un po’ ripido. Siamo così a quota 1857 m.
Dire “un po’ ” è riduttivo: abbiamo tutti le gambe a pezzi, anche per via di alcuni tratti ancora innevati.
A questo punto ci meritiamo un premio: una birretta!!!
Birretta finita e si riparte, la pendenza è sempre la stessa, forse anche peggio. Le gambe iniziano già a dar segni di cedimento, ma la fatica viene ripagata dai bellissimi scorci offerti dal percorso che ci distraggono dai vari acciacchi.
Finalmente, superato l’ultimo pilone della vecchia funivia si inizia ad intravedere il rifugio, una sorta di miraggio, la fatica sparisce e praticamente ci si “arrampica”, visto che la pendenza aumenta ancora e il sentiero quasi sparisce.
Arrivati al rifugio ci troviamo davanti a tre attempati escursionisti, intenti a scolarsi con gusto una bottiglia di vino, ci guardano divertiti: in effetti in questo momento gli anziani distrutti sembriamo noi!
Li salutiamo, ci togliamo gli zaini e stramazziamo sul prato davanti al rifugio.
Ci rifocilliamo e, lasciando gli zaini nel bivacco, ci dirigiamo alla nostra vera meta, la punta dell’Aquila con la sua croce (dal bivacco sono nemmeno 10 minuti di strada).
Ma prima dobbiamo lasciare un ricordo per i nostri amici dell’Accademia Torino, due righe sul diario del bivacco e via, si va.
Il panorama, durante questo breve tragitto, finalmente meno in salita, è spettacolare. Il panorama a 360° delle Alpi è meraviglioso, e con un po’ di fortuna riusciamo anche a vedere il Monviso.
Notevole, vero ? Forse uno dei panorami più belli che si possono osservare da un posto così vicino a Torino, le “nostre” Montagne.
Ci perdiamo a guardare tutta la valle, i paesini e, in lontananza, Torino, da una prospettiva che non a tutti è concesso di avere.
Ritornati al bivacco gruppo si divide: noi due rimaniamo su per passare la notte in tenda -“Tanto a noi il freddo ci fa una pippa!” le ultime parole famose- Vediamo gli altri scendere e scattiamo ancora qualche foto, il posto merita davvero la fatica fatta per arrivarci, guardate con i vostri occhi:
Sapete qual’è il momento più bello quando fai un’escursione di due giorni ? La sera!
I cellulari non prendono e nessuno ti può disturbare, tutti quelli che sono saliti in giornata sono già tornati nelle proprie case. Tu, invece, sei li che continui a guardare le montagne in pieno relax mentale, devi spegnere ogni tuo pensiero e l’unica cosa che rimane da è ammirare quello che la natura ti offre: i colori del tramonto, le luci della città che cominciano ad accendersi, i pochi suoni che si affievoliscono e la tranquillità che solo la montagna riesce a trasmettere.
“Camminatore che vai cercando la pace al crepuscolo
la troverai alla fine della strada.”
Franco Battiato
Ma non è ancora finita qui, lo spettacolo, per fortuna, continua.
Basta un piccolo falò per scaldarti, un piatto caldo, un po’ di musica soft e ci si siede su qualche roccia ad ammirare quello che hai davanti .
Non senti più il freddo perchè la montagna ti coccola . Che sia per la fatica o per un panorama si rimane sempre senza fiato.
La gente ci chiede perchè camminiamo, perchè ci piace fare fatica e sudare, non gli rispondiamo, ma mostriamo questa foto.
“Scalare non serve a conquistare le montagne;
le montagne restano immobili,
siamo noi che dopo un’avventura non siamo più gli stessi”
Royal Robbin
Altre cime ci aspettano molto presto.
AP
bella gita e pensieri degni di ottime persone che amano la montagna anche a basse quote ,bravi
Grazie mille! Le tue, sono parole che ci incentivano a continuare a scrivere.
Ho messo il link nei “preferiti”. Spero di poter andare presto a “verificare”. 😉
grazie per la condivisione !
devi assolutamente andarci 😀 merita davvero!
Ciao! Avete contattato qualcuno per capire se il bivacco fosse aperto o siete andati “all’avventura”?
(bellissime foto, comunque!:))
Grazie mille, siamo andati all’avventura, la prima vera avventura in tenda al freddo 😀