Data trekking: 25/10/2014
Si, la via ferrata della Sacra di San Michele ci era piaciuta e, dopo qualche mese, rieccoci appesi alla roccia, in compagnia di due fanciulle arrampicatrici.
Difficoltà D- via ferrata, dislivello 250 m. tempo complessivo necessario 3 – 5 h.
Accesso
Lasciata l’auto sul piazzale della Chiesa di Foresto, si imbocca la stradina a destra subito dopo il ponte sul Rio Rocciamelone e la si segue fino al termine dell’asfalto. Si prosegue sulla pianeggiante strada sterrata che porta fino all’ingresso nelle gole dell’Orrido, dopo circa 10 minuti di cammino dall’auto. In breve, si raggiunge la zona del cosiddetto “Lazzaretto” con alcune case, ormai ridotte a ruderi, addossate alle pareti di sinistra; poi, sempre a sinistra, si transita sotto le pareti della palestra di arrampicata, e si effettua, a seconda del livello d’acqua, un primo guado su un minuscolo sbarramento. Si risale brevemente il corso d’acqua, sfruttando grossi roccioni e una specie di passerella in cemento, ormai molto rovinata. Nella zona in cui la gola si restringe, si effettua un secondo guado per portarsi all’attacco della Via Ferrata.
In molti ci hanno parlato bene delle ferrate dell’Orrido di Foresto e di quello di Chianocco, ma tra scarpinate in giro per le Alpi, vacanze estive e qualche raro weekend di riposo, ancora non avevamo avuto l’occasione di verificare la bellezza di questi luoghi.
Senza programmarlo, come al solito, con poche ore di anticipo riusciamo a reclutare qualche amico, recuperare tutti i kit da ferrata necessari e partire per una nuova avventura.
Scegliamo l’Orrido di Foresto, un po’ per caso, un po’ perchè ci dicono sia il più bello, almeno paesaggisticamente; fin da subito l’impressione è che i consigli siano assolutamente validi.
Parcheggiamo di fronte alla chiesetta del paesino di Foresto, poco sopra Bussoleno, nel parcheggio vuoto in questa splendida ed assolata giornata di inizio inverno. Un ottimo abbigliamento a strati, guanti e cappello ci proteggeranno dal freddo che incontreremo nel canalone, in gran parte all’ombra. O almeno queste sono le premesse.
L’avvicinamento è quasi inesistente, giusto qualche passo per il sentiero che costeggia il fiume, impossibile perdersi, e ci si ritrova all’inizio della via, con tanto di classico cartello con le indicazioni di sicurezza ed il percorso.
Nonostante i primi freddi, intorno a noi è ancora tutto assolutamente verde ed il fiume, ormai al livello più basso dell’anno, lascia ampio spazio sulle rive per camminare senza bagnarsi. Un’ultima sistemata a zaini ed attrezzatura, ci prepariamo alla salita.
Superata la prima parte di riscaldamento, molto semplice e priva di passaggi impegnativi, raggiungiamo il primo di tre ponti tibetani. Una delle due ragazze che ci accompagnano -ci aveva avvertiti, in effetti!- soffre un po’ di vertigini ed il primo ponte, il più lungo e sospeso abbastanza in alto, per i suoi gusti, le crea qualche disagio.
Ma nulla ci ferma, e con pazienza ed un po’ di incitamento arriva dall’altra parte sana e salva, ed anche abbastanza soddisfatta.
Dopo un bell’abbraccio alla parete è subito pronta a rimettersi in marcia. E poi dicono che le ragazze non hanno gli attributi…chiedetelo a lei!
“Sempre più desideroso di scalare i monti, guardare le punte più ardite, provare quella gioia pura che solo in montagna si ha. “
Beato Pier Giorgio Frassati
Il paesaggio è davvero uno spettacolo, immersi in questa gola al cui fondo scorre il fiume, si avanza tra cascate, ponti che ci fanno saltare di qua e di la dalla parete ed ascensioni quasi verticali e un po’ impegnative, decisamente adrenaliniche. Insomma, questo Orrido di Foresto è veramente bello, un grazie a chi ci ha consigliato questo posto meraviglioso!
Senza fretta e godendoci ogni passo ed ogni passaggio, ci avventuriamo sempre più in alto, passando tra pozze -bisognerà tornare d’estate, un tuffo per ogni pozza, hanno dei colori magnifici!- gole e pareti da scalare.
Abbiamo addirittura tempo per un tè caldo comodamente seduti al bordo del fiume, con il rumore della cascata a pochi passi da noi ed il frusciare del vento tra gli alberi sopra le nostre teste, è estremamente rilassante.
Qualche posa creata ad arte, uno scatto interessante, e siamo di nuovo pronti a rimetterci in marcia.
Poco prima di raggiungere l’ultima parete, quando ormai vediamo il sole inondare la gola pochi metri sopra di noi, arriviamo in un posto magico. Ci allontaniamo di pochi passi dal percorso, che sale senza soste dritto verso la cascata, e ci godiamo una meritata pausa lungo uno slargo del fiume, appena dopo una pozza verde e turchese.
Il nostro fotografo ne approfitta per fare qualche scatto tutto al femminile, mentre siamo impegnate in discorsi da donne -una volta tanto non sono l’unica, ma è il nostro fotografo a trovarsi in minoranza! 😉
L’ultima parete, completamente esposta al sole, ci fa raggiungere la vetta, e la fine, della nostra arrampicata. Accaldati per la fatica -se così si possono chiamare gli ultimi metri!- ma soddisfatti e assolutamente felici di aver seguito i consigli dei nostri amici più esperti, ci rivestiamo per coprirci dal venticello fresco e ci incamminiamo per la mezz’oretta circa di passeggiata che ci riporterà in paese.
“Ogni cima che raggiungi, non è altro che una tappa intermedia.”
Seneca
Una mattinata passata in piacevole compagnia, all’aperto e totalmente immersi nella natura ci ha rigenerato ed è stata un ottimo inizio di questo rilassante weekend di relax.
Torneremo in estate, questo è sicuro, il posto ci ha assolutamente conquistato e quelle pozze dai riflessi coloratissimi non aspettano altro che noi per qualche tuffo rinfrescante!
A presto Orrido di Foresto.
AP
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