E dopo la buonanotte, il buongiorno.
E che buongiorno!
Il sole sorge poco lontano da dove, una manciata di ore fa, è sorta la luna, e ci illumina dritti in viso, svegliandoci, dalla finestrella del rifugio della Balma. Le nubi di ieri, ormai ridotte ad una leggera nebbia che copre la città, sono solo un ricordo; ora un sole caldo e forte illumina la giornata, lasciandoci finalmente godere della meravigliosa vista che c’è quassù.
La colazione è sostanziosa, ci aspetta una bella ciaspolata, e per lo più consumata all’aperto; stare rinchiusi tra quattro mura, neanche troppo calde rispetto a fuori, sembra veramente impossibile, un peccato. Prendiamo quindi il nostro tè caldo, fette biscottate e marmellata e ci sediamo fuori, una meravigliosa colazione!
Nutriti a dovere, ben riposati, cominciamo a prepararci per uscire: sistemiamo zaini e letti, ripuliamo tavolo e pavimento -eh già, il rifugio bisogna sempre lasciarlo migliore di come lo si è trovato!- e lasciamo gli zaini pieni di tutto quello che non ci serve. Ci aspetta una giornata leggera, in tutti i sensi: ciaspolata semplice e spalle libere dal peso degli zaini, finalmente.
Non potremmo chiedere di meglio: la notte è stata abbastanza fredda da aver gelato la traccia, lasciandoci ora camminare agevolmente sulla pista battuta, senza affondare ad ogni passo, ed il sole ci scalda, non imponendo strati e strati per non gelare, cos’altro chiedere?
Infiliamo le ciaspole già dalla terrazza del rifugio, non che ce ne sia bisogno, ma almeno non dobbiamo legarcele da qualche parte. Il nostro gruppo si dividerà poco dopo, Roberto con la sua ospite andranno alla scoperta del Lago Sottano, dove noi siamo già stati questa notte, mentre noi ci dirigeremo in alto, verso il Monte Robinet, senza sapere bene se ci arriveremo o meno, un’altra sfida.
Salutati i nostri amici, che scenderanno giù prima di noi, troviamo una traccia che sembra dirigersi verso la nostra meta, vecchia di qualche giorno. Ci incamminiamo e, raggiunto il primo pianoro, ci accorgiamo che la salita sarà molto più difficile del previsto.
Sebbene ci sia una traccia a terra, è vecchia e ricoperta di neve fresca caduta nei giorni scorsi, ieri probabilmente, ed ogni passo è difficile, si affonda parecchio e la colazione, per quanto sostanziosa, viene smaltita molto in fretta, molto più del previsto.
Fa caldo, molto caldo. Ci svestiamo e, superato il pianoro, vediamo la tappa successiva lassù, decisamente in alto: la stazione metereologica che segna l’ultima parte del nostro percorso è davvero molto distante da noi in questo momento, non ci fosse la neve non sarebbe un gran problema, ma ogni passo richiede parecchie energie.
“Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso”
Walter Bonatti
Arrivati a poco più di metà salita, ci dichiariamo sconfitti. Non ce la possiamo fare, la strada è molto lunga, non c’è traccia e la neve troppo fresca. Decidiamo, quindi, di riposarci qualche minuto, girarci, e tornare sui nostri passi, già molto felici di questa prima uscita in ciaspole.
Ci rivestiamo, il caldo da fatica già un po’ scemato, e ci incamminiamo, anzi, corriamo vista la pendenza, giù per il costone.
Siamo gli unici, fin’ora, ad aver toccato queste nevi immacolate, fresche, la nostra traccia, l’unica. E ci aspetta un lunga e piacevole discesa, mezza camminata e mezza rotolata, in questo mucchio di neve fresca.
Tornati al rifugio, un po’ tristi per la mancata conquista, ma decisamente soddisfatti della passeggiata e un tantino provati, mangiamo una bella zuppa in compagnia delle molte persone che, nel frattempo, sono arrivate fin qui.
Ad accoglierci, con feste e felicità, c’è una nostra vecchia conoscenza, un cagnone -con tanto di padrone, ovviamente- che avevamo incontrato in una delle nostre prime uscite, quando, in tenda, avevamo conquistato Punta dell’Aquila. Che piacevole sorpresa!
Ci godiamo qualche piacevole momento di gioco, mentre prepariamo gli zaini per l’ultima discesa della giornata.
E poi è ora di rimetterci in marcia. Salutiamo tutti, bipedi e quadrupedi, e facciamo presente ai ragazzi che volevano avventurarsi sulle nostre tracce che, senza ciaspole, andranno poco lontano.
Poi, non senza difficoltà grazie al ghiaccio a terra che ci accompagna per un lungo tratto di sentiero, scendiamo, questa volta immersi nel fantastico panorama del Vallone della Balma, con i suoi colori meravigliosi.
Non riusciamo ad avvistare nessun animale purtroppo, ma va bene lo stesso.
“La via verso la cima è come il cammino verso se stessi, solitario”
Alessandro Gogna
La strada per il ritorno è lunga, molto lunga, o forse sono solo le gambe stanche e la voglia di arrivare, ma il tratto nel bosco sembra infinito.
Il nostro amico a quattro zampe ci osserva da lontano e in più di un’occasione viene a farci un veloce saluto prima di ritornare sui suoi passi, più indietro, dal suo padrone.
Infine, dietro l’ennesimo albero, vediamo spuntare la macchina, invitante dopo la lunga passeggiata, pronta a riportarci a casa, ed anche questa giornata finisce.
Siamo pronti per un’altra settimana in città, chissà quali esperienze ci aspettano per il prossimo weekend!
AP
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