Salutiamo Lisbona dal suo ponte più imponente e spettacolare, sotto l’occhio della copia del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, che ci abbraccia virtualmente dall’alto della collina.
Basta città grandi e caotiche per un po’, le rivedremo solo intrapresa la strada del ritorno, passando per Malaga, Valencia e poi Barcellona, quella che già sappiamo sarà la nostra ultima tappa prima del rientro.
“Le città sono sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati.”
Roman Payne
Appena usciti dalle trafficate strade intorno a Lisbona, ci dirigiamo subito verso la costa. Abbiamo poca strada da percorrere oggi e ci godiamo davvero ogni metro di relax. Scegliamo stradine laterali, il più possibile in mezzo al verde ed isolate, finestrini abbassati per potersi godere al massimo tutto il paesaggio, gli odori e i colori.
Attraversiamo le pinete e ci dirigiamo verso la cittadina di Sines, per un veloce passaggio in auto, la nostra meta poco distante.
Ci fermiamo molte volte, piccole soste per ammirare qualche scorcio particolare, una piccola radura nella pineta, una scogliera particolarmente a picco, o magari una piccola insenatura dalle acque cristalline e di tutte le sfumature possibili del blu e dell’azzurro.
Sembra di essere su un qualche atollo delle Maldive o chissà dove.
Dopo l’ennesima sosta, arriviamo alla nostra destinazione del giorno, Vila Nova de Milfontes. Giriamo un po’ tra i vari campeggi ed approdiamo in uno abbastanza affollato ma non eccessivamente, dove decidiamo di piantare la tenda.
Sistemata la tenda andiamo a cercare il posto giusto per far surf. Prima di partire ci eravamo segnati questa zona come una sorta di paradiso del surf, scuole ovunque, onde perfette, insomma, quello che cercavamo. Ma subito qualcosa non torna, siamo in una baia, alla foce di un fiume, e le onde sono quasi inesistenti nonostante il mare non sia calmissimo.
Proviamo ad andare verso la spiaggia e chiedere un po’ in giro, ancora armati di buone speranze.
Ogni volta che pronunciamo la parola surf, ci guardano attoniti, come se non ne avessero mai sentito parlare. Ci propongono pagaiate in stand up paddling – questo sport recente, in cui si pagaia in piedi su una grossa tavola da surf – giri in barca, esplorazioni in kayak risalendo il fiume, ma di scuole di surf neanche l’ombra.
Delusi da questa amara scoperta, rivoluzioniamo i nostri programmi: oggi passeggiata in spiaggia e relax e domani diretti a sud, dove, a questo punto, speriamo che il surf esista davvero.
Andiamo a dormire dopo una cena in un localino a caso, ormai abbiamo deciso di andare nei ristoranti che, a conti fatti, ci costa meno che prender panini o roba da portar via: il cibo è economico e buonissimo.
Al risveglio ci aspetta un’altra ottima giornata, qualche leggera nuvola ed il solito vento oceanico ci accompagnano mentre smontiamo tutto e saliamo nuovamente in macchina.
Oggi l’itinerario è favoloso, entriamo nel Sudest Alentejano e sulla Costa Vicentina, le zone più spettacolari dal punto di vista naturalistico di tutto il Portogallo. Un’immensa riserva che corre di qui fino a Sagres, la punta più a Sud del Portogallo, in cui non si può più costruire, quel che è fatto è fatto, e tutto ruota intorno alla valorizzazione e preservazione del paesaggio e della natura. Il nostro paradiso, insomma.
“Una volta che hai viaggiato, il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio.”
Pat Conroy
Ci prendiamo tutto il tempo necessario, facciamo migliaia di fermate per goderci ogni singolo angolo di questa costa meravigliosa, tutti i fari, scaliamo scogliere, l’unica cosa che non riusciamo a fare è il bagno, l’acqua troppo fredda per potersi godere una nuotata, soprattutto in contrasto con la temperatura decisamente estiva, mitigata dal piacevole vento che non ci abbandona mai.
Una delle ultime tappe, prima di raggiungere la meta della giornata, e della settimana visto che il programma prevede relax, surf, e minuziosa esplorazione della punta più a sud del Portogallo, è Praia do Carvalhal, una delle moltissime insenature a Nord di Sagres.
Per l’occasione, e vista la tranquillità del mare, noleggiamo due tavole da surf e ci buttiamo all’avventura – ben coperti dalle mute intere noleggiate insieme alle tavole – tentando di applicare quello che abbiamo imparato nella lezione di qualche giorno fa.
Dopo diversi tentativi, più o meno riusciti, anche noi riusciamo a stare in piedi su qualche onda, ma la cosa più bella è esser parte di questa grande comunità che è quella dei surfisti, con rigide regole di precedenza sulle onde e rispetto del mare.
Riceviamo qualche consiglio dai surfer più esperti e abbiamo la possibilità di ammirarli mentre, apparentemente senza fatica, si destreggiano tra le onde.
Anche dall’alto delle scogliere, prima di partire, lo spettacolo è fantastico: verso riva i principianti ed immersi nella schiuma, dove le onde son più alte, gli esperti. Uno spettacolo da ammirare per ore, ma Sagres ci chiama.
Superate Bordeira e Carrapateira, dove decidiamo già ora di tornare per le prossime lezioni – due spiagge segnalate ovunque come le migliori di questa zona – ci avviciniamo a Sagres. Già al primo sguardo, ne siamo innamorati. Ha un fascino particolare questa cittadina: è l’ultima, dopo solo le scogliere ed il mare, circondata dal verde e dalle enormi pale eoliche, piccola ma molto carina, con il suo faro e quello che è riconosciuto come uno dei migliori tramonti al mondo.
Scegliamo un campeggio poco fuori dal paese, di nuovo un Orbitur, per la loro predilizione degli ampi spazi e della natura incontaminata che contraddistingue questa catena.
Avremo modo di esplorare a fondo questa zona, siamo ampiamente in anticipo sul programma e ora, dopo tanto viaggiare, è tempo di riposare ed esplorare a piedi, con calma, gustandosi ogni passo.
AP
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