Distanza: 5.2 km
Dislivello: 500 m
Durata: 4-6 ore
E’ di nuovo ora dei nostri fidati scarponcini, uno dei sentieri del parco di Jasper ci aspetta. Il nome non è scelto a caso, Bald Hills, Colline Pelate…avrà mica qualcosa a che vedere con uno di noi due?!?
Ci dirigiamo al Maligne Lake, parcheggiamo e l’ingresso ben segnalato è proprio al di là della strada, il sentiero chiarissimo e molto frequentato.
Ci incamminiamo, con il nostro solito orario non proprio da gente di montagna – come al solito è passata l’ora di pranzo prima che riusciamo a partire – lungo la prima parte facilissima di sentiero, ampio e spazioso, adatto anche alle lunghe passeggiate con i cavalli, tipiche di queste zone.
Superata la prima parte, il sentiero comincia a salire, inoltrandosi a tratti nella foresta, mai troppo fitta, popolata da un quantitativo di zanzare mai visto prima, a cui evidentemente piace molto il nostro spray che dovrebbe tenerle lontane.
In un tratto un più in salita del resto, all’ombra di un albero, incontriamo un signore in perfetta tenuta da hiking, che si sta riposando. Scambiamo due parole, lui è in pensione, arriva dall’Ontario, da solo – non indaghiamo di più sulla eventuale famiglia – con tanto di camper e moto, e se ne va in giro per il Canada a fare trekking e a scoprire le tante meraviglie che questo paese offre.
In un attimo di compassione, ci offre il suo spray anti-zanzare, evidentemente meglio del nostro, anche se non risolve completamente il problema.
Il signore – i cui non conosciamo il nome – viene su con noi, e tra una chiacchiera e l’altra, arriviamo all’unico punto davvero impegnativo della giornata. Il sentiero diventa improvvisamente ripido e stretto, mentre si inerpica su per la collina quasi senza curve, puntando dritto verso la cima.
Non è lungo, ci mettiamo circa dieci minuti per raggiungere la cima, ma il sole a picco e l’assenza di vento non aiutano certo.
Passo dopo passo, eccoci in cima. Una leggera aria fresca, prima coperta dalla collina, ci rinfresca e si porta via le zanzare, finalmente, mentre noi veniamo ricompensati con una vista magnifica sul Maligne Lake, enorme, copre tutta la valle.
Ma non siamo ancora arrivati. Ci prendiamo solo un attimo di pausa per ammirare lo spettacolo della valle opposta a quella del lago, totalmente selvaggia, solo la traccia argentata del fiume a tagliarla a metà, nient’altro. Stupenda.
Il sentiero termina poco più avanti, quello ufficiale almeno. Ma la traccia continua su verso la vera cima di queste Bald Hills, queste colline pelate che dominano la valle del Maligne Lake. Abbiamo lasciato un po’ indietro il nostro compagno di salita che, giustamente, se la sta prendendo comoda, e le uniche altre persone da queste parti sono una coppia poco più avanti. Proseguiamo verso la cima, ormai la vegetazione l’abbiamo abbandonata e camminiamo tra le rocce e le pietre.
Raggiunta anche noi la cima, ci prepariamo a mangiare qualcosa, ovviamente bagel e hummus, anche se oggi abbiamo un fuori programma: carotine e banane. Durante la pausa, ne approfittiamo per scambiare due parole con la coppia, scoprendo che sono francesi, di Chambery, pochi passi da casa nostra insomma. Sembra quasi di essere tornati a casa, sulle nostre Alpi. Nel mentre, anche il nostro nuovo amico ci raggiunge e ne approfitta per una pausa. Chiacchieriamo dei rispettivi viaggi, tutti insieme, come se ci conoscessimo da sempre.
Ci fa davvero piacere parlare un po’ con una persona del genere: pensionato, gira più che può e nonostante qualche annetto sulle spalle, non si lascia sfuggire i trekking più impegnativi o migliaia di chilometri, si prende il suo tempo ma fa tutto. Insomma, un bell’esempio da seguire per tutti i nostri pensionati casalinghi – sorvoliamo sul fatto che, evidentemente, la sua pensione è meglio delle nostre!
E’ ora di girarci e tornare indietro, salutiamo i nostri amici francesi con la promessa di scriverci presto e mandargli le nostre foto, un ultimo sguardo verso giù, un laghetto piccolo e turchese ci saluta da sotto la pietraia, poi si riparte.
Decidiamo di percorrere il sentiero che gira intorno alla collina, piuttosto che tagliare di nuovo in mezzo e ripercorrere la stessa strada. E’ un po’ più lungo, ma ci siamo ripromessi di non ripassare mai sui nostri passi, se possibile.
Ci prendiamo il nostro tempo e torniamo verso il parcheggio. Abbiamo lasciato indietro il nostro amico perchè gli scarponcini invernali cominciano ad essere troppo caldi e non vediamo l’ora di toglierceli, un vero sollievo una volta arrivati al parcheggio. Infilate un paio di scarpe più comode e seduti in macchina, stanchi ma non troppo, abbiamo l’occasione di salutare per l’ultima volta il nostro amico, appena arrivato alla sua scintillante moto che chissà dove lo porterà domani! Un saluto speciale a chiunque ci segue, con qualche primavera in più sulle spalle, ma che non ha perso lo spirito avventuriero e amante della natura!
AP
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