Data Trekking: 03-04/10/2015
Sono ormai due settimane che non riempiamo uno zaino – che peraltro è in attesa di un bel lavaggio dopo le tante avventure canadesi – e non vediamo l’ora.
Impossibile rifiutare la ghiotta occasione di una rivincita offerta con il nostro amico Roberto, alias Trekking-Alps, che ha in programma un bel giro in Val d’Aosta con due coppie di clienti ed una ragazza: due pensionati neozelandesi che finalmente hanno il tempo di godersi il mondo, due giovani londinesi alla scoperta della montagna ed una ragazza di Johannesburg futura europea. La destinazione è il bivacco Molline, che avevamo già sfidato una volta – perdendo miseramente – quando lo trovammo sommerso di neve ed inarrivabile.
Dopo il ritrovo mattutino manca ancora la tappa spesa: un po’ di cibo ed un k-way, ma ormai siamo partiti e l’emozione è già forte!
Conosciamo già la strada, ma il panorama senza neve è davvero diverso. Fatichiamo a riconoscere il sentiero fatto la scorsa volta e facciamo in fretta ad accorgerci di quanto avessimo allungato: avevamo attraversato la valle ben tre volte, passando dalle bergerie sul lato destro, quando invece sul lato sinistro corre una comoda ed ampia strada carrozzabile che con parecchi tornanti sale diretta alla grossa bergeria prima della parete che porta alla cresta.
Che fatica che avevamo fatto l’altra volta, sicuramente anche colpa delle ciaspole, ma anche dei tanti chilometri in più. Oggi, invece, neanche ce ne accorgiamo e già siamo sullo stretto sentiero che scala la montagna.
Anche qui, ci accorgiamo del bello sbaglio fatto la volta scorsa: ci eravamo tenuti sulla sinistra, non trovando il sentiero sotto la neve, ma ora ci pare di capire – nei pochi sprazzi di sole tra la nebbia – che fosse la parte più ripida.
Senza faticare davvero, siamo già sulla cresta, sentiamo il fiume giù nella vallata a destra, ma vediamo poco più che a qualche metro e procediamo seguendo le frecce ed il sentiero, chiarissimo.
Poi, superato un’avvallamento, piano piano una croce in roccia si staglia sulla punta successiva e sappiamo di essere arrivati. Il bivacco è ormai a pochi metri da noi, anche se ancora non riusciamo a vederlo.
La nebbia un po’ si dirada ed il bivacco si staglia davanti a noi, a ridosso del colle. E’molto più alto di come lo immaginavamo, per fortuna non avevamo tentato di scavare per trovare la porta, sarebbe stata una missione suicida!
Quasi non ci sembra vero di varcare la soglia ed una volta entrati scopriamo che è davvero enorme ed accogliente: stufa, letti con soffici materassi, bagno con acqua corrente, elettricità…praticamente è un hotel ad offerta libera.
Ci mettiamo subito all’opera: acqua a bollire per i mitici ravioli – il menù speciale di Trekking-Alps – legna ad ardere nella stufa e bottiglia di vino stappata. In breve, brindiamo a noi ed alla montagna, mangiando degli ottimi ravioli in diverse varianti e gustandoci, con infinita gioia della nostra amica Sudafricana – che ci comunica di non aver mai visto la neve cadere dal cielo, inimmaginabile per noi europei – la prima nevicata dell’anno, che in una bella bufera, imbianca in fretta il paesaggio nella notte.
Rimaniamo molto a parlare, come al solito la montagna e il fuoco che scoppietta, stimolano discorsi filosofici ed impegnati, e poi ci aspetta un lungo sonno caldo – siamo in maniche corte e fuori sta nevicando, la stufa è meravigliosa!
Un’alba rosa ed un raggio di sole dritto in faccia, ci sveglia dopo un lungo sonno ristoratore. Non dobbiamo neanche uscire nella mattina ancora fredda, in ombra, che già assistiamo ad uno spettacolo meraviglioso: fuori tutto è ricoperto da uno strato di neve soffice, la prima neve della stagione e tra poco un caldo sole illuminerà questa giornata.
Una bella colazione sostanziosa tutti insieme, te e biscotti, e poi veloci ci si prepara per la vera e propria escursione: oggi andiamo a vedere se riusciamo a salire sul Mont de Menouve o se la neve ci fermerà prima. Non abbiamo le ciaspole, anzi, speriamo di non doverle usare ancora per un po’, non è uno dei nostri attrezzi preferiti
Si parte! La neve è ancora gelata dopo questa notte di tormenta, i fiori secchi sono ricoperti di ispide punte di neve ghiacciata, uno spettacolo.
Il dislivello non è molto, 400 metri all’incirca, ma la neve rende il tutto un po’ più difficile, sebbene ancora alla portata di tutti. Sulle orme di Roberto, saliamo a zig-zag su per la parete ripida, e prima di rendercene conto, con il fiato corto, siamo sulla selletta del Mont de Menouve. Arrivano per primi Roberto ed il nostro amico neozelandese e dalle loro urla capiamo che la vista da lassù è molto meglio di quanto potessimo immaginare.
Gli ultimi passi ci conducono su questo piccolo spazio in piano che è la selletta, capiamo subito che non raggiungeremo il picco – l’altimetro ci dice che mancano ancora una cinquantina di metri ai 3.000, che peccato! – più a destra e, purtroppo, al di là di un profondo crepaccio.
Diciamo che possiamo accontentarci, siamo a poco meno di 3.000 metri, circondati da cime innevate tutto intorno, nel silenzio che solo quassù si può sentire, ma la cosa più bella è il Monte Bianco con il suo Dente del Gigante là davanti a noi, vicino come mai prima.
E’ proprio vero, non ci si accorge di quanto ci manchi qualcosa fintanto che non si ritorna ad abbracciare quel qualcosa. Per noi sono le nostre Alpi, con i loro bivacchi, rifugi, picchi e montagne che conosciamo bene e tanto ci piacciono.
Stiamo bene quassù, davvero bene, ma le pance cominciano a brontolare ed un venticello gelido ci fa decidere di cominciare la lunga via del rientro. Torniamo verso il bivacco, a tratti in silenzio, persi nella contemplazione del Monte Velan e dei suoi vicini innevati, semplicemente felici.
Un panino veloce al bivacco e poi siamo di nuovo in marcia, ci attende una bella passeggiata fino alla macchina, piena di chiacchiere e racconti di storie vissute in giro per il mondo, gustandosi il paesaggio meraviglioso della Val d’Aosta in questa fantastica giornata di sole.
Chissà dove ci porterà la prossima avventura, seguiteci e lo scoprirete!
AP
Che spettacolo! Grazie. Questo post me lo segno perché questa estate ci voglio davvero andare.
Siete fantastici 😉
Grazie!
Sicuramente ne vale la pena, questo – insieme a molti altri, per fortuna – è una delle chicche della nostra regione! Bivacchi gratuiti, super accessoriati e sempre aperti, credimi che è una cosa più unica che rara nel mondo, dovremmo usarli di più e meglio, e farne un vanto nel mondo.
Anche se fa sempre piacere arrivarci lassù ed avere la certezza quasi matematica di esser soli a godersi lo spettacolo 😉