Data Trekking: 11/06/2016
Che cosa ci fanno dieci ragazzi piacentini in Valnontey? Chiaro, un addio al celibato ad alta quota in compagnia del nostro amico e guida naturalistica, Roberto, meglio noto come Trekking Alps.
Sono le 10 del mattino e i ragazzi arrivano con evidenti postumi della serata precedente passata in centro a Torino, un piccolo briefing e subito ci dirigiamo verso la nostra destinazione è la stupenda Valnontey in Valle d’Aosta, per passare la notte al rifugio Vittorio Sella.
In macchina ci si conosce meglio e il viaggio passa velocemente. Non appena entriamo nella Valnontey, i discorsi cadono e le loro bocche si spalancano – così come la mia, anche per me è la prima volta in questa valle. Parcheggiamo la macchina nella piccola e bella Cogne, dove ci prendiamo un caffè e facciamo assaggiare il genepy ai ragazzi che apprezzano, ancora non propriamente sobri dopo la notte brava, mentre ci allacciamo gli scarponi e ci prepariamo a partire.
Quasi da subito il sentiero sale deciso e un tornante dopo l’altro, consumiamo metri e metri di dislivello. Ad un certo punto, davanti a noi, spuntano due orecchie rosse ed il primo regalo di questa valle: una volpe rossa a pochi metri da noi. E’ la prima volta che sia loro che io, vediamo così da vicino questo animale che, stranamente, non si allontana, anzi, è molto incuriosita e tenendosi a debita distanza ci osserva, pronta a scappare al primo movimento non gradito.
Ma la volpe non è il solo animale che incontriamo sul nostro cammino, stambecchi e camosci ci fanno compagnia durante tutta la prima parte della giornata. Poi i ragazzi iniziano a sentire un po’ la fatica, complici anche gli strascichi della sera di festa, le energie fuggono veloci, ma ormai manca davvero poco al rifugio.
Superata l’ultima curva, ecco che davanti a noi si erge il rifugio Vittorio Sella. Finalmente i ragazzi possono riposarsi nella bellissima sala del rifugio, dove più tardi verrà servita la cena. E’ una delle poche volte che mi ritrovo ad essere servito e la cosa non mi dispiace affatto, anche se la vita da bivacco e tenda è unica e insostituibile, ogni tanto viziarsi un po’ fa bene.
Proponiamo ai ragazzi di salire fino al laghetto Lauson, anche conosciuto come lago Loson, ma quasi tutti si dichiarano soddisfatti e fieri di sé e optano per rimanere comodi e seduti al rifugio. Ma non lui, il più giovane della compagnia ha ancora qualche energia da spendere e ci accompagna fino su al laghetto Lauson, da dove si ci godiamo la stupenda vista su tutta la Valnontey.
Dopo esser tornati al rifugio e prima di cena, trovo il tempo di provare un nuovo pezzetto della nuova attrezzatura fotografica, un filtro che serve a fare lunghe esposizioni anche durante il giorno ed in presenza di luce.
Per gli appassionati, si tratta del filtro ND1000 della Haida, che permette di fare esposizioni anche da più di 30 secondi durante il giorno. Il risultato, per essere una prova, è decisamente buono, eccolo qui!
Poi, finalmente, arriva l’ora di cena. La sala è fantastica, i ragazzi hanno ricaricato le batterie e sono pieni di energie e qualche bicchiere di vino fa il suo dovere. Attiriamo fin da subito l’attenzione di tutta la sala e presto una coppia di ragazze francesi si aggrega al nostro gruppo.
Poco dopo, una gentilissima coppia di signori decide di offrirci una Grolla dell’Amicizia, per partecipare alla festa.
Vi starete chiedendo – a meno che non siate pratici di tradizioni valdostane – cosa sia la Grolla dell’amicizia. Anche chiamata coppa dell’amicizia – in francese, coupe de l’amitié – è una tipica bevanda valdostana, servita in un recipiente tondo, in legno, con un piccolo coperchio e molti beccucci, da cui sgorga l’ottimo caffè alla valdostana, ovvero una bevanda a base di caffè e grappa, che dopo un sorso o due facilita le amicizie!
Dopo tante chiacchiere e fin troppe risate, arriva l’ora di andare a dormire. Ci dividiamo nelle due camerate da otto posti e, per i più esigenti, c’è anche la possibilità di una doccia calda nel bagno all’esterno.
Il mattino ha l’oro in bocca, dicono, e noi ne approfittiamo. Una volta in piedi e dopo la buona colazione, scendiamo velocemente per il sentiero percorso ieri e torniamo alle macchine. La giornata è stupenda, forse addirittura meglio di ieri e decidiamo di approfittarne per andare a vedere le famosissime cascate di Lillaz.
Qui, nel corso dei secoli, il torrente Urtier, ha scavato delle proprie vere gole dove l’acqua scorre impetuosa creando immense cascate e modificando, impercettibilmente ma costantemente, il paesaggio.
L’ultima tappa di questo divertente weekend è un pranzo a Cogne, al ristorante Belvedere, dove facciamo assaggiare ai nostri amici un’altra specialità di queste parti, la Zuppa Valdostana con riso, fontina, pane raffermo e burro – una volta tornato a casa ho anche trovato la ricetta di questa squisitezza, la Seupetta di Cogne!
E’ davvero una prelibatezza, ma occhio al colesterolo! La vista dal ristorante è mozzafiato, mangiare con questo spettacolo è semplicemente emozionante.
Infine, è ora di tornare a casa. Questo lungo weekend è finito, ma rimarrà una bellissima esperienza per tutti!
AP…Attilio
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