Ma che gran bel gruppo! Questa volta siamo davvero tanti, siamo riusciti a radunare più del solito solitario amico per unirsi a noi nella nostra avventura del weekend e lo sanno tutti “Più si è, meglio è!”.
La meta del weekend è un posto già visitato, il Bivacco San Camillo, ma visto che questa volta siamo sicuri di non trovare nessuna tormenta di neve e anzi, è previsto un bel sole, vogliamo avventurarci fino a Punta Croce Rossa, oltre i 3.500 metri.
La camminata fino al Bivacco San Camillo è lunga e piacevole, addirittura facile, ed il paesaggio è così diverso da come lo ricordavamo, completamente bianco e con un vento che a malapena permetteva di stare in piedi.
L’arrivo al bivacco ci spiazza un po’: lo scorso inverno ci eravamo arrampicati su per un canalone, l’unica strada che la neve ci permetteva di percorrere. Ma ora il comodo sentiero attraversa il fiume che esce dalla diga e ci porta sul lato opposto del Lago della Rossa, ancora parzialmente ghiacciato, decisamente spettacolare.
E’ ormai quasi buio e ci dirigiamo al bivacco dove scopriamo di non essere soli: c’è una coppia – che sicuramente avrebbe preferito godersi una romantica cenetta in solitudine piuttosto che un’orda barbara – e non solo, un amico del nostro ormai fedelissimo compagno di avventure, Beppe, ci raggiungerà prima di notte, probabilmente salendo al buio.
Il mattino arriva presto: la coppia si dilegua ai primi raggi del sole e noi, forse complice il vino di ieri sera, neanche ce ne accorgiamo. Ci alziamo che il sole è già alto in cielo – ma sono solo le otto, le lunghe giornate estive sono davvero una favola! – e ci godiamo una bella colazione all’aperto, tutti e sette e un cagnolino, l’inseparabile compagno dell’amico di Beppe.
Sistemato e chiuso il bivacco, siamo pronti a partire: Punta Croce Rossa ci attende!
Il programma di oggi è decisamente intenso e prevede di raggiungere il Rifugio Cibrario, lasciare le cose più pesanti e salire su, fino alla cima della Punta Croce Rossa, toccando uno dei punti più alti delle Alpi Graie, per poi ritornare fino alla macchina, quasi 2.000 metri più in basso.
Insomma, la giornata sarà lunga e faticosa, ma promette panorami fantastici e la soddisfazione di aver toccato il tetto delle Alpi Graie.
Ci mettiamo in cammino di buon passo, ci aspetta una prima salita ed una successiva discesa per raggiungere il Rifugio Cibrario, il modo perfetto di scaldare le gambe per bene prima di inerpicarsi su per la parete che ci porterà in vetta.
Attraversiamo nevai, qualche fiume e un piccolo laghetto, sempre sotto il profilo imponente delle vette tutto intorno a noi, macchiate di bianco e verde qui e là. Non incontriamo quasi nessuno stranamente, la giornata è perfetta ed il posto è semplicemente stupendo.
Arrivati al rifugio, decidiamo di consumare un pranzo veloce prima di partire per la vera avventura: nonostante la colazione abbondante – la torta di Beppe è stata un’ottima sorpresa! – nessuno rifiuta un panino e, giusto per non farci mancar nulla, ci concediamo addirittura un caffè.
Svuotati gli zaini lasciando il minimo indispensabile, cominciamo la lunga salita alla vetta, Punta Croce Rossa ci aspetta!
Ci separano 950 metri verticali dalla vetta e la prima parte è relativamente pianeggiante, il che ci fa presto capire che l’ultima salita sarà davvero tosta.
Ed infatti, arrivati all’ultima parete, ci ritroviamo sotto un muro di detriti e sfaciumi e presto ci tocca cominciare ad aiutarci con le mani per salire. Gli ultimi metri sono devastanti, le gambe bruciano insieme ai polmoni, ma la croce ci guarda da poco più sopra, continuiamo fino alla fine!
Piano piano, uno dopo l’altro, raggiungiamo la vetta, siamo sul tetto delle Alpi Graie, in cima ai 3.566 metri della Punta Croce Rossa! Ci stringiamo tutti nel poco spazio disponibile e ci godiamo il meritato riposo ed il paesaggio favoloso.
C’è tempo anche per uno snack, giusto per recuperare le forze che ci serviranno durante la lunghissima discesa.
Stiamo attenti a non scivolare, il salto di quasi 1.000 metri verso il Lago della Rossa non sarebbe un bel modo di concludere la giornata. Il panorama è fenomenale, siamo addirittura poco più alti del Rocciamelone e possiamo vedere davvero tutto a 360°.
Decidere di scendere è difficile, ma ci aspetta una lunga camminata ed è meglio mettersi in moto.
Dopo esser scesi dalla Punta Croce Rossa, un po’ scivolando e un po’ camminando, raggiungiamo nuovamente il Rifugio Cibrario, dove ci aspettano i nuovi gestori – mentre noi eravamo in cima c’è stato il cambio periodico – con i quali condividiamo un bel bicchiere di vino, mentre riposiamo i piedi e le gambe.
Poi si parte, non percorriamo la stessa strada dell’andata, ma la vecchia strada che segue la rotaia abbandonata, con le sue gallerie, davvero suggestiva.
Raggiunta la strada asfaltata che con i suoi infiniti tornanti ci porterà dal Lago dietro La Torre alla macchina, i piedi e le gambe cominciano a chiedere pietà.
Quando mancano solo più un paio di tornanti alla fine, il primo paio di scarponcini finisce nello zaino e a seguire, anche tutti gli altri. Raggiungiamo le macchine da veri zingari, a piedi nudi, sporchi, sudati e distrutti, ma davvero soddisfatti per il fantastico giro di questo weekend.
Sfiniti, ci salutiamo e torniamo verso Torino, mentre già progettiamo la prossima avventura!
AP
P.S.: un ringraziamento speciale è sempre per tutti gli amici che ci accompagnano nelle nostre avventure e disavventure! Senza di voi non sarebbe lo stesso!
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