Data Trekking: 31/10/2016
Un altro Halloween alternativo, un altro Halloween in bivacco. Ognuno ha il suo modo preferito di festeggiare e per noi è sicuramente questo. Continuiamo quella che è ormai una consolidata tradizione, inaugurata con il bivacco Sigot e poi continuata negli anni, sempre in giro per le montagne.
Oggi ci dirigiamo, senza compagnia, nelle valli del cuneese, in particolare verso la Valle Maira, una nostra vecchia conoscenza che ci regala sempre magnifiche avventure.
Partiamo dal rifugio di Viviere, nel comune di Acceglio, molto contenti di aver parcheggiato vicino ad un rifugio dove potremo gustare, al ritorno, stanchi e affamati, un buon caffè e magari un panino.
Il sentiero è semplice ed il dislivello non troppo impegnativo, ci siamo riservati la parte avventurosa per domani. Oggi ci godiamo una lunga passeggiata tra i boschi coloratissimi e silenziosi. Fa caldo e c’è un bel sole, la neve non ci preoccupa oggi, mentre domani potremmo trovarne sulle pareti esposte a Nord. Ma domani è un altro giorno e quindi ci penseremo…domani.
Superati i boschi ed incontrati gli unici due escursionisti in fase di discesa, cominciamo a salire, ma senza fretta e senza fatica. Ci fermiamo spesso ad ammirare le vette rocciose che spiccano sulla gialla e dorata linea degli alberi.
Scrutando le cime vediamo che la neve, così come pensavamo, è concentrata solo sulle pareti completamente esposte a Nord e comunque solo sulle cime più alte. Le nostre previsioni erano giuste!
Come da programma, una volta superato l’unico traverso leggermente impegnativo ed essere discesi nel vallone, scorgiamo il bivacco Valmaggia, abbarbicato su di un costone che domina l’intera vallata. Gli ultimi passi faticosi in salita, contro un forte vento che si è alzato improvvisamente, ed eccoci arrivati.
Come apriamo la porta per metterci al riparo dal forte vento scopriamo di non essere soli, un’altra coppia ci attende, già pronti per la cena – per noi è ancora decisamente presto, non abbiamo i ritmi da montagna. Scambiamo due parole e ci sistemiamo nel nostro angolo.
Il bivacco è spazioso e c’è posto per tutti. Rimaniamo affascinati dal sistema di riscaldamento, che non avevamo mai visto prima: una “vetrina” di pietre coperta da un vetro spesso e collegata a due apertura all’altezza dei letti, da cui esce aria calda nonostante la temperatura esterna sia discretamente fredda: economico, ingegnoso e assolutamente ecologico!
La serata passa in fretta: due parole mentre ceniamo – c’è una comodissima fontana a due passi dal bivacco – qualche foto al tramonto e con gli ultimi istanti di luce e poi a dormire, in preparazione della lunga giornata di domani.
I nostri amici si svegliano presto e non sono silenziosissimi, quindi finiamo per l’alzarci anche noi prima di quanto avessimo preventivato. Una colazione abbondante e siamo pronti a partire, direzione Colle del Feuillas.
Ci incamminiamo verso il sentiero che porta al primo dei colli che passeremo oggi, e una volta superato il fondo valle cominciamo ad incontrare la neve, ghiacciata a tratti e marcia in altri dove batte il sole.
Non è semplice salire, in alcuni momenti si rischia di scivolare, in altri di affonda fin sopra il ginocchio. Piano piano raggiungiamo il primo obiettivo, il bivacco Enrico Mario, purtroppo quasi abbandonato e completamente invaso dalla muffa – è impossibile respirare all’interno!
Superato il bivacco arriva la parte davvero complicata: il sentiero sale a ripidissimi tornanti, nascosto dalla neve quasi completamente ghiacciata. Per fortuna riusciamo a seguire una traccia , altrimenti senza ramponi sarebbe stato impossibile arrivare in cima.
Vedere il cartello del colle e sentire di nuovo la roccia sotto i piedi è una sensazione stupenda e ci prendiamo qualche minuto di pausa per riportare il livello di adrenalina al normale.
Scendiamo al lago di Roburent tranquillamente, finalmente rilassati. Sappiamo che la parte difficile di quest’avventura è terminata, ora resta solo la lunga camminata del ritorno.
Il lago di Roburent è davvero fantastico, di un blu scuro incastonato tra le vette, circondato da rovine risalenti alle guerre ed anche più antiche, ben illustrate dai cartelli tutto intorno.
Decidiamo di girare attorno al lago prima di risalire al Colle della Scaletta che ci farà ricongiungere al sentiero per la macchina e siamo contenti di averlo fatto perchè merita davvero.
La salita per il Colle della Scaletta non è lunga, ma le gambe cominciano ad esser stanche dopo la fatica della giornata. Ce la prendiamo molto comoda, il sole è ancora alto in cielo e abbiamo tutto il tempo per tornare senza fretta.
Il sentiero si snoda prima lungo un traverso e poi a ridosso delle creste in un lungo e molto scenico susseguirsi di sali scendi, prima di ricongiungersi, dopo un tratto di bosco, con il sentiero che abbiamo percorso all’inizio.
Quando ormai il sole sta cominciando a tramontare, raggiungiamo la partenza e concludiamo questa lunga avventura.
Il rifugio di Viviere, dove avevamo sperato di poterci gustare un buon caffè come premio, è chiuso, e ci dobbiamo accontentare del mezzo panino rimasto dal pranzo di oggi.
Ci rimettiamo in macchina con i paesaggi della Valle Maira e di questo meraviglioso anello negli occhi, già pronti a ripartire per altre avventure!
AP
Ciao! dovremmo partire per il bivacco Valmaggia, mi sai dire se ci sono pentole e piatti? ti ringrazio:)
Ciao! Scusa il ritardo della risposta?
Al valmaggia non ci dovrebbero essere ne piatti ne pentole. Alla fine ci siete andati ?