Isola di Skye, miti e leggende antiche sono nate qui, whisky, gelidi vichinghi e cruenti scozzesi si sono affrontati in queste terre in cui abbondano le storie su druidi ed elfi.
Come rinunciare a visitare un posto simile?!? Impossibile, e così un weekend allungato ed un volo verso Glasgow ci aprono le porte per la Scozia e l’Isola di Skye.
Il nostro viaggio comincia in una piovosa mattina di aprile, dopo essere atterrati ed aver recuperato la nostra macchina a noleggio.
Decidiamo di fiondarci verso l’Isola di Skye senza far tappe, di modo che domattina non dovremo far strada, ma avremo una giornata piena per goderci l’isola. Guidiamo verso Nord, fermandoci appena qui e là giusto per sgranchire le gambe e superiamo Glencoe e Fort William, dove forse ci fermeremo al ritorno.
La giornata passa veloce, tra il volo e il viaggio, è già sera e dobbiamo ancora cercare un posto per dormire, ma abbiamo già attraversato il ponte che appoggiandosi all’isoletta di Eilean Bàn collega Skye alla terraferma.
Arrivati a Portree – una veloce cena in un tipico pub inglese, con un’immancabile fish & chips al The Isles Inn – cerchiamo uno spiazzo comodo e ci accampiamo, prima notte in terra scozzese!
Ci svegliamo, incredibilmente, sotto la pioggia. E questa notte ha piovuto, ma neanche troppo in fin dei conti. Pronti a quella che sarà una giornata umida, ci dirigiamo all’Old Man of Storr, un monolito di pietra molto famoso, circondato da altri più piccoli e sormontato dalla montagna Storr – da cui prende il nome.
E’ un panorama noto, luogo in cui hanno girato moltissimi film e scattato un numero impressionante di foto – scommettiamo che non ne troverete una senza nuvole? – e che dal vivo è davvero imponente.
Non vogliamo fare la classica camminata, quasi in coda, che dalla costa sale dritta verso le dita di pietra. Optiamo, invece, per un giro molto più lungo, che all’inizio ci porta in quelle che scopriamo essere praticamente delle paludi ben nascoste da alti ciuffi di erba – il concetto di bog factor lo scopriamo quando abbiamo l’acqua alle caviglie! – per condurci fino al picco The Storr, ben 719 metri sopra il livello del mare.
Un sito utilissimo che ci ha aiutato nella scelta tra i moltissimi sentieri dell’Isola di Skye è Walkhighlands, un ottimo sito, impostato in modo spiritoso, ma che fornisce tutte le informazioni necessarie.
E proprio su questo sito abbiamo scelto il nostro secondo breve trekking, al Quiraing, un sentiero che non abbiamo percorso fino alla fine, ma solo fino al Quiraing, una delle molte cime basse. Ma il punto forte di questo sentiero è la vista fantastica!
Nonostante i due trekking, la giornata non è terminata. Ci spostiamo ancora in macchina verso il paesino di Dunvegan sulla costa opposta dell’isola – le distanze sono brevi, ma la velocità media è molto bassa e anche il più breve spostamento richiede tempo.
Cerchiamo un posto per accamparci alla nostra maniera, ma tutti i prati sono recintati e non troviamo nessuno spiazzo. Un po’ delusi da questa mancanza di campeggio selvaggio, cerchiamo l’unico campeggio della zona.
Non è facile trovarlo, ma dopo qualche giro approdiamo al Kinloch Campsite ed approdiamo è proprio la parola giusta, visto che montiamo la tenda a pochi passi dall’acqua, proprio al fondo di questo fantastico fiordo.
Un’altra notte di pioggia ci attende – non avevamo dubbi che di acqua ne avremmo presa, ma sta diventando davvero troppa! – anche se un timido sole al mattino ci permette di asciugare la tenda prima di ributtarla in macchina, un gran regalo!
Decidiamo di approfittare di questi rari raggi di sole per fare una passeggiata tranquilla, in spiaggia una volta tanto. Ci dirigiamo a Claigan Coral Beach la spiaggia dalle sabbie bianche e le acque cristalline popolata dai conigli.
Già, perché arrivati al grande prato in fondo alla passeggiata ci accorgiamo di essere circondati da moltissimi conigli che, una volta notata la nostra presenza, scompaiono nelle loro tane.
Giusto il tempo per qualche foto ed ecco che i raggi di sole sono spazzati via da un altro bel temporale che si avvicina veloce, ma che con un po’ di fortuna – finalmente – scampiamo.
Fuggiti dall’ennesimo temporale, ci dirigiamo alla prossima tappa di questo veloce e pienissimo weekend scozzese. La nostra destinazione è Neist Point Lighthouse, il punto più a Ovest dell’Isola di Skye, dove ci aspetta una camminata che comincia con una discesa verso il faro e la sua immensa popolazione di volatili.
Ma la giornata non è finita qui! Torniamo in macchina e ci dirigiamo alle Fairy Pools, le pozze delle fate che prendono il nome, immaginiamo, dai colori incredibili di tutte queste pozze e cascate. Ma forse anche dal vento gelido, quasi magico, che soffia da queste parti e che cerchiamo di combattere con un anello più lungo della classica passeggiata turistica, prima allontanandoci e rientrando per la passeggiata classica.
La giornata è volata via e ci aspetta un po’ di strada per ritornare verso Portree, dove passiamo la notte nello stesso spiazzo che avevamo trovato per la nostra prima notte scozzese.
E’ un posticino appartato, da qualche parte lungo la statale che da Sligachan porta a Portree, passa qualche macchina, ma una volta calata la sera siamo praticamente soli. Non riveliamo i nostri posti migliori di solito, ma eccovi qui il nostro Wild Camping site!
Oggi è l’ultima giornata sull’Isola di Skye e già questa sera dovremo essere sulla terraferma. Ma questo non vuol dire rinunciare a qualche bella avventura: la giornata comincia da Elgol, da dove cerchiamo invano di prendere un traghetto che ci porti vicino a Loch Coruisk – indovinate un po’? Condizioni meteo avverse e collegamenti via mare sospesi!
Alcuni yak molto cornuti e con ciuffi al vento ci tirano su il morale in compenso!
E’ ora di abbandonare l’Isola di Skye. Ci sarebbero molti altri posti da scoprire, ma possiamo dire di aver visto molto di quello che ci interessava e siamo contenti.
Salutiamo l’Skye con la promessa di tornare, un giorno, per provare lo Skye Trail, 128 chilometri tra montagne e sentieri costieri, una settimana di avventura scozzese dura e pura!
Come per l’andata, non facciamo tappe inutili, se non una breve deviazione per raggiungere il Glenfinnan Viaduct, un viadotto per il treno famoso per essere stato ripreso nei film di Harry Potter. Carino, ma non merita la deviazione.
L’unica vera meta di oggi è il breve sentiero che passando sotto il famosissimo Ben Nevis – la montagna più alta di Scozia con i suoi 1.345 metri – ci porta a raggiungere la cascata di Steall Meadows.
Superato il ponte tibetano – ad accesso libero e senza neanche una fune di sicurezza, impensabile in Italia! – raggiungiamo prima una bella piana paludosa, e poi le cascate. Tutta la zona del Glen Nevis è davvero bella, tanto che una volta tornati alla macchina vorremmo fermarci a dormire, ma non troviamo nessuno spiazzo.
Ricominciamo a guidare, ma tra il vento forte e gelido e la pioggia, non riusciamo a trovare uno spiazzo decente, fin quando non raggiungiamo Beinglas Farm Campsite, ormai quasi sulle rive del Loch Lomond. E’ una sera buia e piove a dirotto, una cena veloce al piccolo bar e poi dritti a dormire.
Ci svegliamo consapevoli di avere solo più 24 ore di Scozia e decidiamo di bissare quella che in Islanda era stata una fantastica esperienza: noleggiamo un kayak a Luss, sul Loch Lomond con l’intento di raggiungere Inchlonaig, l’isoletta in mezzo al lago.
E’ una splendida idea, almeno fino a che non usciamo dalla baia e le onde si alzano, la corrente si fa forte e contraria e raffiche di vento minacciano di farci ribaltare. Raggiungiamo la riva dell’isola stremati e fradici ed il ritorno è anche peggio. Un’avventura interessante, ma diffidate dai consigli sul percorso e sulla giornata giusta di chi vi noleggia i kayak!!!
Una volta salutato il kayak – sicuramente è stata una bella botta di adrenalina! – troviamo una cucina di un ristorante di lusso che vende, sul retro, fish & chips, e ne approfittiamo per rimetterci in forze.
Il pomeriggio e la serata lo passiamo a Glasgow: dopo una bella doccia calda in un favoloso AirBnB, facciamo un veloce giro della città – molto veloce e in macchina, visto che la temperatura esterna è crollata ed il vento gelido non aiuta a passeggiare – nella Zona Nord Ovest. In particolare, visitiamo il Kelvingrove Park, la zona dell’università e finiamo a mangiare al The Finnieston, un ristorantino chic segnalato sia dalla nostra host che dalla Lonely Planet: ottima scelta, cibo buono e a buon prezzo!
E poi ci andiamo a godere il meritato riposo prima del rientro: questa Scozia ci ha davvero affascinato e, appena possibile, torneremo a scoprire quello che durante questo breve viaggio non abbiamo potuto vedere.
AP
Sono innamorata di queste foto,…sono incredibilmente belle!! Complimenti, e soprattutto complimenti per il coraggio di stare in tenda in aprile in Scozia 🙂
Dopo essere stati in tenda in Islanda, durante il Laugavegurinn, possiamo affrontare tutto 😀 😀
foto fantastiche, che macchina avete usato?
Ciao Laura, grazie per i complimenti. Ho utilizzatonuna fuji ex2 con un 10-24 e un 35f2
wow…..che posti e che scatti….sto organizzando un viaggio, pensavo a un trekking in solitaria a nord ma poi mi ho trovato il vostro racconto….
vi chiederei alcune info..
quanti giorni in totale?
come costo totale di tutto invece??
Ciao Dylan, noi siamo stati 4 giorni.
Come costo, poca roba perchè abbiamo sempre dormito a caso con la tenda, quindi solo il costo del volo e la macchina. 700-800 euro a testa diciamo.
Molto bello in vostro Reportage e come ti ho già detto, trovo stupende le vostre foto, complimenti davvero! Non ho mai avuto il coraggio di dormire in tenda in Scozia, sono molto freddolosa e credo non faccia per me, ma come avventura, mi piacerebbe tantissimo
Grazie mille Ale 😀
C’è un detto che dice : «non esiste un freddo cattivo, ma solo cattivi vestiti» o comunque una cosa del genere 😀
Dovresti farlo, una di quelle cose da fare almeno una volta nella vita!