Ed eccoci alla prima gita quasi alpinistica: caschetti e imbraghi, dovremo fare una breve ferrata per raggiungere la vetta di domani!
Ci incamminiamo nella spettacolare Val Pellice, guidati dal nostrano Giorgio che ci sta praticamente facendo scoprire casa sua. Siamo un bel gruppetto, ben 7 e un cane, speriamo di trovare posto al Bivacco Nino Soardi, la meta di oggi.
Il sentiero, facilissimo almeno per questo inizio, ci porta velocemente all’Alpe Crosenna e ci ripromettiamo di fare una sosta proprio qui durante la discesa, per fare una bella spesa di formaggi freschi e gustosissimi.
Superato l’alpeggio, il sentiero si fa un po’ più ripido e, a tratti, a tornanti che salgono veloci. Le gambe si scaldano in fretta, ma la giornata è nuvolosa e abbastanza fresca e continuiamo tranquilli.
Camminiamo salendo dritti verso la nuvole che nascondono le vette, ed anche il bivacco Nino Soardi, che è lassù, da qualche parte ben nascosto.
Il sentiero è ben segnalato e mai troppo impegnativo e pian piano ci avviciniamo – senza vederla mai – alla meta, dopo aver percorso quasi 1.300 metri di dislivello. L’ultima salita è la più impegnativa, superata l’unica fontanella e riempita l’acqua, ci aspettano diversi tornanti belli ripidi prima di raggiungere il bivacco.
Proprio quando ormai siamo a pochi metri dalla vetta, le nubi si aprono e si intravede uno spicchio di cielo blu, e sotto il cielo blu la nostra meta, il bivacco Nino Soardi con le sue porte e finestre in evidenza.
Uno dopo l’altro arriviamo tutti – chi prima e chi dopo causa zaino eccessivamente pensante – e almeno per ora siamo soli. E’ un’ottima notizia, visto che l’alternativa sarebbe stato stringerci e passare una notte molto scomoda, o addirittura sfrattare qualcuno per terra o sui tavoli!
Entriamo e ci sistemiamo, praticamente invadendo i due tavoli, i letti e tutte le panche disponibili. Siamo 7 e sembriamo venti. Mentre stappiamo una bottiglia di vino e ci rilassiamo, arriva una coppia e per un attimo abbiamo paura che non ci sia davvero spazio.
Ma guardando meglio e adattandosi un pochino, due posti in alto al buio in effetti ci sono. Facciamo un po’ di spazio ed ecco che tutti hanno un posto per dormire: speriamo solo che non arrivi più nessuno!
La sera è fresca e mangiamo tutti dentro con una confusione degna di 10 metri quadrati riempiti con 9 persone e un cane!
Ma prima di cena c’è tempo per due passi lungo il breve sentiero che porta ad un altro colle, da dove riusciamo ad ammirare le vallate circostanti nella luce dorata del tramonto, ma soprattutto, a tratti libero dalle nubi e tratti coperto, il Re di Pietra, il Monviso.
Tornati al Bivacco Soardi, la serata passa in fretta, tra cibo, chiacchiere e risate. Andiamo a dormire abbastanza tardi – soprattutto per i ritmi da montagna che ci vorrebbero a letto calato il sole! – dopo qualche ora passata fuori a guardare le stelle con un bel tè caldo in mano, qualche biscotto e molte risate.
Durante la notte sembra che arrivi qualcuno, scorgiamo la luce di una torcia fuori dalla finestra, ma nessuno prova ad entrare. Chissà chi era e che fine ha fatto!
Ci svegliamo e i due signori che erano a dormire con noi sono già andati via da un po’. Non siamo proprio abituati ai ritmi di montagna – sveglia all’alba e sotto le coperte al tramonto – ma a noi piace così.
Lasciato tutto il non necessario in bivacco, ci incamminiamo sul sentiero che ci porterà in cima al Bric Boucie, circa 400 metri più in alto, ben attrezzati con corde, imbraghi e caschetti. La salita non è alpinistica, ma qualche tratto esposto e attrezzato c’è.
La salita è ripida, ma il sentiero è sempre chiaro e mai eccessivamente difficile. Certo non manca qualche tratto impegnativo, qualche catena che aiuta sulle rocce più verticali o nei punti franosi, ma con imbrago e caschetto si è sempre in sicurezza.
Superata l’ultima parte attrezzata ci ritroviamo sull’ultima cresta ed in breve raggiungiamo la vetta: siamo in cima al Bric Boucie!
La vetta è spaziosa, ma a picco sulla valle e bisogna fare attenzione a muoversi. Ci prendiamo una bella pausa, lasciamo il segno del nostro passaggio sul diario di vetta e ne approfittiamo per uno snack rigeneratore.
Ci godiamo anche un po’ di relax sotto questo bel sole, ammirando il paesaggio a 360° fatto solo di vette e valli. Potremmo star qui per ore, ma ci aspetta una lunga camminata per rientrare e dobbiamo riuscire ad arrivare all’alpeggio non troppo tardi o perderemo il formaggio!
La discesa è molto veloce ed in breve siamo al bivacco Soardi, dove facciamo una pausa per risistemare gli zaini e mangiare qualcosa, attorniati da qualche stambecco intento a pascolare sui ripidi prati qui intorno, pronto a correre via a rotta di collo senza preavviso.
Pulito il bivacco e infilato tutto negli zaini, ripartiamo per la lunga camminata che ci porterà a valle. Poco prima della fine, però, ci aspetta una tappa all’Alpe Crosenna per un momento di relax, ma soprattutto per comprare qualche fetta di buona toma ed ottimo seiras, il tipico formaggio simile a ricotta, ma salato e stagionato che viene prodotto da queste parti.
Appesantiti di diversi chili di formaggio – ad un prezzo davvero stracciato! – camminiamo gli ultimi chilometri verso la macchina e la fine dell’avventura.
Ma nelle prossime serate avremo il ricordo di questo weekend, grazie al gusto davvero ottimo del formaggio a km zero!
AP
Scrivi un commento