Data Trekking: 21/10/2017
Andiamo a scoprire una nuova vallata questo weekend, una vallata che ci affascina da un po’ ormai, il Vallone della Sea. Meta di arrampicatori incalliti e scalatori affamati di roccia, questa stretta valle quasi sempre in ombra è una chicca delle Valli di Lanzo che, per fortuna, non in troppi conoscono e visitano.
Partiamo da Groscavallo e la nostra meta è il Bivacco Soardi-Fassero, proprio laggiù, dove la vallata si restringe e le alte vette sono davvero molto vicine.
Ci incamminiamo con calma lungo il sentiero, dapprima un’ampia carreggiata sul lato della valle di fronte al Santuario bianco sull’altro lato dalla valle che ben presto diventa un agile sentiero che si addentra nella vallata, aggirando massi e sassi e nominati come i titoli delle fiabe per bambini, fiabe per adulti che amano la roccia.
L’inizio del sentiero è ottimo per scaldare le gambe e la parte impegnativa comincia solo sopo aver percorso buona parte del vallone, e poco dislivello.
Non è quella che si può chiamare una bella giornata di sole e quel poco che c’è è ben nascosto dalle nubi e dalle imponenti e vicine pareti di roccia che ci circondano, lasciandoci in ombra da pochi passi dopo la partenza.
Superiamo molti punti di partenza per vie di roccia di arrampicata, praticamente ovunque, ma incredibilmente non incontriamo nessuno scalatore, anzi, non incontriamo proprio nessuno!
Siamo un bel gruppetto, anche se non tutti ci fermeremo per la notte ed il compagno di tante avventure Trekking-Alps accompagnato da qualche cliente, ci raggiungerà più tardi.
Superata la lunga piana – ed anche la pausa spuntino consumata una volta raggiunta una rocca al sole – comincia la salita, quasi di colpo. Stretti tornanti ci fanno prendere quota rapidamente.
Passo dopo passo ci avventuriamo su per i tornanti, non senza fatica. Oggi gli zaini sono pesanti, pieni di cibo e di vestiti caldi…e qualche dolcino, e un po’ di frutta, e le carte da gioco, e un libro…insomma, mezza casa!
Qualcuno fatica più di altri, qualcuno quasi impazzisce di fatica e comincia ad imprecare e far gestacci – capita sempre, è la montagna che ti entra dentro! – ma pian piano tutti scorgiamo il bivacco Soardi e uno dopo l’altro raggiungiamo il piccolo terrazzino davanti alla porta.
Ci sistemiamo con calma all’interno, cercando di non occupare tutto lo spazio visto che a breve arriveranno altri compagni d’avventura. Ma prima dei nostri amici, un lupo solitario della montagna si avvicina e non sembra molto felice di vedere tanta gente.
Infatti, arrivato sotto il terrazzino, ci guarda quasi in cagnesco e risponde ai nostri saluti ed al benvenuto non proprio cordialmente. Poi dopo qualche momento, lo spirito della montagna vince l’iniziale fastidio della solitudine perduta e diventiamo ben presto amici.
E poco prima del calar della sera, ecco che anche Roberto ed i clienti ci raggiungono, giusto in tempo per la cena.
La serata trascorre in allegria, con una compagnia variegata e ben nutrita, dal signore scappato dalla civilità per riflettere, ai giovani stranieri venuti a provare un’esperienza diversa, a noi amanti della montagna ed al nuovo compagno di avventure al suo primo bivacco. Le storie e gli aneddoti non mancano, così come non manca il cibo e le risate.
Durante la notte veniamo svegliati tutti più volte dal forte vento che fa tremare le pareti del bivacco ed all’alba i primi che escono vengono quasi travolti dalle raffiche di vento fortissime.
Ieri sera pensavamo di poter raggiungere il Passo delle Disgrazie, al fondo del vallone, ma il vento è troppo forte e soffia proprio da lassù, così decidiamo di fare colazione e rientrare, dopo aver provato ad aspettare che il vento calasse, invano.
A metà mattina abbandoniamo l’idea della salita e, non senza fatica, cominciamo la discesa, con raffiche talmente forti da rischiare di buttarci a terra. Ma pian piano torniamo a Groscavallo dove incontriamo il nostro amico solitario e ci beviamo tutti insieme il caffè dell’arrivederci.
AP
Mi ha colpito il solitario che non è stato felice dell’arrivo dell’allegra combriccola.
Pure io una volta ,dopo anni che la sognavo, colsi quell’occasione più unica che rara per fare una bivaccata solitaria, ma poco dopo arrivarono altri ragazzi. Mi rotolarono le palle fuori dalle mutande fin giù dalla montagna e mi sembrò di sentire dio che ,beffardo, mi cantava nel cervello “addiooo sogni di gloriaaaa….!”.
Fortunatamente si rivelarono bravi ragazzi amanti della montagna e assieme a loro passai una delle serate più belle che ho in memoria.
Purtroppo non li rividi mai più:
https://sognatorefallito.wordpress.com/2015/10/22/ricordare-le-persone/
Davvero bello e profondo il tuo articolo ” Io lì per lì non faccio smancerìe e convenevoli, ma divento sentimentale dopo, a distanza di giorni o mesi. E ora ,con sotto gli occhi le foto e [come sempre] nessuno con cui ripetere l’esperienza, lancio mentalmente questo messaggio nell’etere:”un onore ,ragazzi, per me è stato un onore“”
Alla fine ci ha offerto da bere al rifugio a fondo valle, come te, credo che anche lui sia stato felice di conoscerci