Data Trekking: 11/11/2017
Anche quest’anno è arrivata la prima neve e noi cambiamo attrezzatura, ma non ci fermiamo. La nostra destinazione è il Bivacco Barbero, la Capanna Sociale del CAI in Val Gesso. Non siamo soli, una coppia di amici compagni di tante avventure è con noi.
Siamo un po’ poco attrezzati, tre paia di ciaspole in quattro, ma a sentire la custode delle chiavi ci saranno massimo trenta centimetri di neve: tre fanno traccia e l’ultimo segue sulla pista battuta. O almeno questa è l’idea…
Dopo i primi passi su strada asfaltata, chiusa per l’inverno, cominciamo subito a camminare nella neve fino al ginocchio, inizialmente senza ciaspole, ma bastano i primi tornanti a farci cambiare idea.
Ben presto diventa quasi impossibile camminare e uno dopo l’altro – i tre che hanno le ciaspole almeno – ci infiliamo ai piedi questi arnesi che da una parte sono un inferno, ma salvano la vita in giornate come oggi. Cerchiamo di battere una traccia decente per la nostra amica appiedata, che però continua a sprofondare un passo si e uno no.
Superato il bosco e qualche piccola valanga dei giorni scorsi che ci rende difficile superare alcuni punti, arriviamo alla fine della vallata, a ben più di metà altitudine, con ancora molta strada davanti.
Riusciamo ad intravedere la meta, prima solo il camino, poi un puntino giallo e arancio sulla cresta che svetta lassù. Il pensiero condiviso è uno solo “manca ancora parecchio!”
Non è facile, dopo la conca ci aspetta l’ultima faticosissima fatica: la salita in neve fresca. E noi con le ciaspole non siamo quelli che faticano di più, la nostra amica appiedata è di sicuro la più sfortunata del gruppo.
Poi, ormai al tramonto – il sentiero veniva dato come percorribile in meno di due ore, ormai siamo quasi alla quinta! – raggiungiamo la cresta, gli ultimi passi su un traverso ed eccoci: non possiamo che abbracciare il bellissimo Bivacco Barbero!
Aspettiamo che il sole cali del tutto per accendere la stufa – nel tentativo di usare meno legna possibile – e poi comincia la lunga cena sia per riempire le pance che per svuotare gli zaini e fare una discesa alleggerita.
Fuori il cielo è limpido e la temperatura non troppo fredda. Ci godiamo il cielo stellato e la neve e le montagne innevate che riflettono la leggera luce della notte senza stelle. Insomma, ci godiamo a pieno la montagna di notte.
Il risveglio è lento e rilassante. Non abbiamo nemmeno un attimo di dubbio sul cosa fare, si scende, di salire non ne vogliamo sentir neanche parlare. Anzi, già sarà abbastanza difficile tornare giù.
Colazione, pulizia bivacco, le ultime risate mentre raggiungiamo la provvidenziale fontanella ancora non ghiacciata – che ci ha risparmiato la fatica di dover sciogliere pentole e pentole di neve – e poi si riparte, in discesa questa volta.
Ci godiamo il sole davvero per poco, poi rientriamo nel cono di ombra proiettato dalle cime di fronte a noi. Per fortuna non fa troppo freddo e il poco sole non ci preoccupa. Non senza difficoltà, dopo tanta tanta neve e qualche momento di difficoltà, torniamo giù alle macchine, stanchi e soddisfatti.
E, con la scusa di dover restituire le chiavi al ristorante, ci fermiamo a fare un bel pranzo super calorico per rimetterci in forze.
AP
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