Data Trekking: 28/10/2017
Torniamo in Valle d’Aosta questo weekend, a Torgnon per la precisione, un magnifico paesino di montagna perfetto come base di partenza per escursioni a piedi, in bici e per sciare. La nostra meta è il Bivacco Tsan, o forse il Bivacco Rivolta, chi lo sa!
Per prima cosa ci dirigiamo al Centro Informazioni dove ci vengono fornite tante informazioni utili, anche su un nuovo sentiero inaugurato proprio la settimana scorsa e dove, dopo una lunga chiacchierata, prendiamo la decisione di raggiungere il Bivacco Tsan e lasciare l’altro per la prossima avventura.
Ben informati, lasciamo la macchina all’arrivo degli impianti di Champtornè e ci incamminiamo per l’ampio sentiero, che altro non è che la pista che d’inverno riporta alla base degli impianti. La salita è subito durissima, con i primi 500 metri di dislivello che sembrano quasi verticali.
Saliamo su per le piste da sci e la prima pausa ce l’abbiamo ben più in alto, all’arrivo della seggiovia, con balconata sul panorama che arriva fino ai ghiacciai.
Siamo felici per la vista, peccato che potevamo decisamente evitarci gran parte di questa salita, visto che ci tocca perdere qualche centinaio di metri per proseguire sul sentiero. Scegliamo di fare un piccolo taglio nel bosco per evitare di perdere ancora dislivello e ci ricongiungiamo al sentiero più avanti.
Di qui la camminata diventa piacevole e possiamo davvero goderci il paesaggio e la Valtournanche in tutte le sfumature di giallo dell’autunno.
Il sentiero prosegue con un po’ di saliscendi, prima nel bosco e poi, una volta superata la linea degli alberi, tagliando il costone, senza però essere mai troppo ripido.
Dopo aver costeggiato tutta la vallata, arriviamo ad un bivio e dobbiamo di nuovo perdere un po’ del dislivello guadagnato, ma un’ultima curva ed eccolo lì, il Bivacco Tsan ci appare – ecco, forse sarebbe opportuno colorarlo di qualche colore sgargiante, perché grigio così lo si perde tra le rocce – stagliandosi sul colle che sovrasta il lago Tsan.
Troviamo una persona ad aspettarci, pronta a rimettersi in cammino di lì a poco: sembra che saremo solo noi i coraggiosi a passare la notte in quota!
Cercando di rincorrere gli ultimi raggi di sole, ci dirigiamo al vicino lago Tsan, ghiacciato sulle rive ed abbastanza secco, battuto da un forte vento. Lo superiamo e saliamo verso la bergeria diroccata al di là del lago, l’ultimo punto dove batte ancora il sole.
Ma i picchi che ci circondano ben presto nascondono la nostra fonte di calore. Come rimaniamo in ombra, cala il gelo e la temperatura crolla in fretta, aiutata dal vento gelido che si sta facendo sempre più forte.
Torniamo in fretta al bivacco, giusto in tempo per avvolgerci in calde coperte e sederci ad ammirare il tramonto che tinge il cielo di rosa, rosso e arancione. Poi, man mano che il buio avanza, uno dopo l’altro rientriamo, la stufa già accesa da un po’ a scaldare l’atmosfera.
Non c’è elettricità, quindi l’unica luce è quella delle torce, ma la serata è scaldata dalle chiacchiere, dalla stufa e dalla provvidenziale bottiglia di vino.
Intanto, fuori, il vento si fa sempre più forte e sentiamo le raffiche che fanno tremare le pareti e vibrare la lamiera che copre il bivacco, sarà una lunga, fredda notte.
L’indomani mattina ci svegliamo sotto un cielo coperto di nubi ed una leggera spolverata di neve. Il vento non è calato per nulla, anzi, e soffia proprio dal colle che volevamo raggiungere.
Abbandoniamo l’iniziale idea di raggiungere Punta Cima Bianca, inarrivabile per via del vento contrario fortissimo che minaccia di sbatterci per terra – non osiamo immaginare come sarebbe una volta in cima, ammesso che ci arrivassimo.
Decidiamo invece di dirigerci verso la fenêtre de Tsan, il colle da cui si scorge sull’altopiano di fronte, il Bivacco Reboulaz. Eravamo stati qui lo scorso inverno, arrivati in una bufera di neve dopo una lunga ciaspolata e fuggiti l’indomani mattina sempre immersi nella bufera: è la prima volta che riusciamo a vedere che cosa circonda il bivacco!
Rimaniamo giusto il tempo di qualche foto al colle, poi le raffiche di vento gelido ci fanno in fretta tornare sui nostri passi, con veloci falcate che in breve ci riportano sulle sponde del lago Tsan.
Di qui, scegliamo di non ripercorrere il nuovo sentiero, cercando di chiudere un anello sfruttando quello che è il vecchio sentiero. La strada del ritorno non è più tutta saliscendi, ma una lunga passeggiata quasi tutta nei boschi, rilassante, immersi tra i colori ed i profumi dell’autunno, immersi in quella che è la fantastica Valtournanche.
Torneremo da queste parti, ma ora aspettiamo la neve!
AP
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