Data Trekking: 18/11/2017

Informazioni
sentiero tipo,n°,segnavia: segnavia bianco/rosso
difficoltà: E   [scala difficoltà]
esposizione prevalente: Varie
quota partenza (m): 1870
quota vetta/quota massima (m): 2674
dislivello salita totale (m): 804

località partenza: Mulatera (Venaus , TO )

Bivacco: 

  • 6 Posti letto
  • Riscaldamento con stufa a legna
  • Elettricità

Il weekend promette sole e vento, la città di Torino è avvolta dalla solita cappa di smog e non vediamo l’ora di prender quota per respirare aria fresca e pulita. Decidiamo di avventurarci alla volta di un posto nuovo, il Rifugio Avanzà, che, fuori stagione, offre un locale invernale con la stufa, ottimo accessorio in queste prime giornate fredde di fine autunno.

Partiamo da Venaus, un piccolo comune sulla strada per raggiungere il Lago del Moncenisio, nella bella Val Clarea ed è l’occasione per mettere alla prova il nostro nuovo compagno d’avventure: un bel Dacia Duster bianco neve. La prova è ampiamente superata, in breve raggiungiamo l’ultimo tornante accessibile superando cumuli di neve e ghiaccio, di qui in avanti non possiamo che proseguire a piedi.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Dopo la comoda carreggiabile si snoda il sentiero verso le bergerie Martina e su verso il Rifugio Avanzà

Lasciata la macchina saliamo su lungo i comodi tornanti della carreggiata che ci portano alle Bergerie Martina. Da qui il panorama comincia ad essere davvero fantastico: possiamo vedere tutta la Val Susa, fino a Torino, coperta dalla sua cappa di smog.

Ben presto dobbiamo infilarci le ciaspole: il vento ha accumulato la neve su alcuni tratti e si sprofonda ben più del ginocchio, per poi trovarsi sulle rocce qualche metro dopo.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Saltiamo tra rocce e cumuli di neve su per il sentiero, per raggiungere la mulattiera che ci porterà dritti al Rifugio Avanzà

Mentre saliamo su per il sentiero, tantissimi stambecchi ci scrutano dall’alto o da più avanti e, dopo una delle tante curve, eccone un bel gruppo a pochi metri da noi. Non sono assolutamente spaventati e riusciamo ad avvicinarci fino a pochi metri.

Lo spettacolo è fantastico: siamo a mezza costa di un ripido pendio erboso, almeno una ventina di stambecchi brucano e fischiano a pochi passi da noi, e intorno a noi vette imponenti tra cui il Monte Niblè – conquistato poco tempo fa – e Punta Ferrand ci sovrastano.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Un gruppo di stambecchi ci offre la scusa per qualche minuto di pausa

Superata l’ultima curva vediamo facilmente il sentiero che ancora ci manca: una lunga mulattiera a mezza costa che taglia dritta verso il pianoro dell’Avanzà.

E’ strano come la neve, salendo di quota, quasi sparisca. Ben presto ci ritroviamo a camminare quasi sempre sulla roccia, ma teniamo le ciaspole ai piedi cercando di stare il più possibile sulle poche tracce di neve, sia per non portarcele in mano, sia perché in alcuni punti i traversi sono abbastanza esposti e ghiacciati.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Ed infine eccolo, il Rifugio Avanzà

Dopo esser passati vicino ai vecchi segnali militari dove è segnato che ormai il rifugio è vicino, superiamo l’ultimo piccolo promontorio ed eccoci nella piana: il Rifugio Avanzà è qui! 

E’ davvero grosso, dev’essere uno spettacolo in estate dormire quassù. Ci avviciniamo e troviamo il piccolo locale invernale, solito bello spavento da porta bloccata dal ghiaccio con serratura in vista – per qualche istante abbiamo creduto fosse chiusa a chiave! – ed eccoci dentro: un letto a castello, un tavolo e una piccola stufetta, tutto quello di cui abbiamo bisogno.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

L’interno è gelido, ma un bel fuoco vivace scioglie la neve e scalda le mani

Mettiamo subito a scaldare una bella pentola di neve visto che abbiamo già finito l’acqua e cominciamo ad avere sete. E mentre aspettiamo che si sciolga, ci godiamo il tramonto sulla Val Susa, rilassante e bellissimo come sempre.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Tramonto sulla Val Susa, dietro gli alti picchi delle montagne francesi

Appena cala il sole la temperatura precipita e in meno di mezz’ora si passa dal piacere di star fuori alle veloci incursioni al gelo per il tempo strettamente necessario.

Ci rintaniamo all’interno, dove grazie alla stufa la temperatura è ben più che accettabile. C’è anche la corrente, cosa volere di più? Ci prendiamo tutto il tempo necessario per sciogliere la neve e cucinare un bel pasto sostanzioso e sfizioso, a base dei soliti ottimi agnolotti in brodo, con contorno di wurstel!

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Risveglio turbolento: è in atto una bella tempesta di vento qui fuori!

Finito di mangiare sentiamo un bel venticello che si alza, ma siamo in alta montagna – il rifugio Avanzà si trova a 2.574 metri di altitudine – in una valle nota per il vento, è normale.

Durante la notte però il vento non cala, anzi, raffiche davvero forti fanno tremare le lamiere e la porta, che sbatte tutta la notte – purtroppo dall’interno non si può bloccare.

Al risveglio ci ritroviamo in una vera e propria bufera di vento, che alza vortici di neve e porta via qualunque cosa.

Rifugio Avanzà (bivacco invernale)

Come bambini felici una volta raggiunta la neve, saltiamo qua e là con le ciaspole ai piedi

Attendiamo un’oretta dopo aver fatto colazione, ma il vento non dà segno di volersi calmare, anzi, le raffiche sembrano sempre più forti. Abbandoniamo così l’idea di salire e ci dirigiamo invece in discesa, sperando di essere più coperti una volta scesi a mezza costa. Ma il vento non ci lascia fin dopo aver superato svoltato nell’altra parte di vallata, dopo la lunga mulattiera.

Da qui la discesa è semplice e, raggiunta di nuovo la quota dove troviamo i grandi accumuli di neve, ne approfittiamo per divertirci e saltar giù tra i cumuli di neve fresca.

Solo gli ultimi tornanti di carreggiata sono davvero impegnativi: il vento soffia di nuovo a raffiche forti, talmente forti che prima ci fa volar via le bacchette e poi, addirittura, ci sbatte per terra. Camminiamo quasi carponi gli ultimi 50 metri, per paura di esser di nuovo sbattuti per terra, poi finalmente raggiungiamo la macchina e chiudiamo questa faticosa avventura contro vento!

AP