Data Trekking: 30/06 – 01/07 – 2018
difficoltà: EE\F [scala difficoltà]
esposizione prevalente: Varie
quota partenza (m): 1691
quota vetta/quota massima (m): 3073
dislivello salita totale (m): 1700
Qui trovate la traccia creata su GPSies (mancano 200 metri di dislivello del monte Faroma) : https://www.gpsies.com/map.do?fileId=xtuqvodsqfiabzje
Destinazione Valle d’Aosta, era da qualche tempo che non venivamo da queste parti e così abbiamo deciso di venire a scoprire un bivacco che ci affascinava da qualche tempo, il Bivacco Rosaire-Clermont.
Partiamo da Lignan in una calda e assolata giornata di fine giugno ed i primi passi lungo la strada asfaltata e già bella in salita non aiutano ad abbassare la temperatura. Non c’è un filo d’aria e non vediamo l’ora di raggiungere il bosco.
Ben presto arriviamo ad una malga – e parlando con il margaro ci assicuriamo che domani avremo modo di rifornirci di ottimo formaggio! – e abbandoniamo l’asfalto, ma non la calura, visto che continuiamo, ancora per qualche tornante, a camminare su strada non asfaltata, ma contornata da muretti che non fanno passare nemmeno un filo d’aria.
Poi finalmente arriviamo al bosco e ci prendiamo una breve pausa rinfrescante prima di rimetterci in cammino lungo il sentiero che ora è diventato molto ripido e a stretti tornanti, ma almeno all’ombra.
Camminiamo con calma, ma senza fermarci e dopo un ultimo breve tratto eccoci all’alpeggio Champanement, dove sempre sotto un sole che non ci lascia scampo, ci prendiamo una pausa per uno spuntino.
L’alpeggio è enorme, tre grosse costruzioni una a fianco dell’altra con una piccola chiesa sul retro. Ci infiliamo tra due degli edifici, all’ombra per qualche minuto di riposo, e troviamo addirittura un lavandino dove scorre dell’acqua, che poi scopriamo essere solo il residuo nel tubo e quindi buttiamo.
Rinfrescati e con le pance che non brontolano più, ci rimettiamo in marcia per percorrere gli ultimi 400 metri di dislivello che ci separano dal Bivacco Rosaire-Clermont prendendo un sentiero segnato appena che sale su da dietro l’alpeggio.
Dopo aver finalmente raggiunto l’Alta Via n. 1, sappiamo di essere quasi arrivati, dobbiamo solo più superare qualche nevaio sul colle ed eccolo che spunta laggiù, il Bivacco Rosarie-Clermont.
Il Bivacco Rosaire-Clermont è davvero molto accogliente, con l’elettricità e il gas, praticamente un hotel in alta quota. Diversi mesi fa, a settembre prima dell’inverno, è stato una tappa del devastante Tor des Géants, una corsa di trail running incredibilmente faticosa, che ha lasciato oltre alla traccia scritta anche diverse casse d’acqua che ci risparmieranno faticosi giri giù al lago.
Ci sistemiamo e prendiamo posto, probabilmente non arriverà più nessuno, ma meglio esser previdenti e prender posto. Un buon pranzo ci rimette in sesto prima di un veloce pisolino che ci rigenera e poi siamo pronti per la seconda meta della giornata: raggiungeremo il Col de Vessonaz e poi il Monte Faroma, o almeno quello è l’intento.
E’ una salita abbastanza difficile che non richiede obbligatoriamente attrezzatura alpinistica, ma che forse richiederà qualche compentenza in più di quelle che abbiamo: non ci arrendiamo però prima di averci provato!
Ci rimettiamo in cammino seguendo la traccia di sentiero che punta al Col de Vessonaz verso l’Alta Via n.1, un ampio spiazzo a 2.794 metri di altitudine fatto di brulla roccia e roccette. Lasciamo qui un amico in compagnia del suo amico a quattro zampe, di qui in avanti non può proseguire senza rischiare di farsi male e così si fermano qui.
Proseguiamo con passo deciso verso il Monte Faroma, inizialmente su di una cresta larga e detritica, per poi superarla e cominciare ad arrampicarsi con l’aiuto delle mani su per grosse rocce a tratti anche esposte.
La salita è abbastanza difficile, dobbiamo superare un canale molto ripido con un nevaio in mezzo e senza ramponi siamo al limite delle nostre possibilità, ma con passo deciso lo superiamo e continuiamo la salita.
Infine, eccoci in vetta, tra rocce appuntite, ma con un panorama intorno semplicemente fantastico, abbiamo conquistato il Monte Faroma!
Da quassù possiamo vedere tutto: c’è il Cervino che gioca a nascondino tra le nubi e a tratti ci appare in tutta la sua imponenza proprio di fronte, il massiccio del Monte Rosa e alle nostre spalle quello del Monte Bianco.
Non rimaniamo molto in vetta, il nostro amico ci aspetta al colle – e possiamo vederlo laggiù, disteso al sole! – e non ci vorrà poco a tornare, meglio non perder troppo tempo.
Con molta calma e pazienza ripercorriamo i nostri passi, giù per rocce e roccette, neve e canalini, ed infine torniamo al Col de Vessonaz, dove risvegliamo il nostro amico ormai bello addormentato e, salutati gli ultimi raggi di sole, scendiamo il centinaio di metri che ci separa dal Bivacco Rosaire-Clermont.
Non abbiamo compagnia, quindi ci allarghiamo per bene e mettiamo su la lunga trafila della cena: aperitivo, primo giro di agnolotti, riso in busta, minestrone…insomma, la nostra solita cena leggera d’alta quota.
Ma la serata non finisce qui: abbiamo finito di cenare e stiamo sorseggiando un bel tè caldo seduti fuori, ammirando le stelle, quando un bagliore rosso appare di fronte a noi: una immensa e grande luna rossa sorge lentamente di fronte ai nostri occhi, per poco prima di nascondersi nuovamente tra le nuvole.
Andiamo a dormire affascinati e con gli occhi ancora pieni di stupore per lo spettacolo assolutamente inaspettato a cui abbiamo appena assistito.
L’indomani mattina è di nuovo una splendida giornata di sole e abbiamo molto da camminare. Non ci accontentiamo della bella conquista di ieri, e dopo una bella colazione, pulizia del bivacco – ci portiamo dietro anche tutte le bottiglie vuote che riusciamo a portare nei nostri zaini già pieni – e ripartiamo.
Cominciamo con una lunga discesa verso il pianoro con i laghi da dove ricominciamo subito a salire verso il Col de Chaleby, di nuovo sull’Alta Via n.1, e poi si scende di nuovo per poi salire ancora, verso il Col de Salvè.
Continuiamo la nostra lunga camminata e proseguiamo con l’ultima salita che sotto un sole cocente ci porta ai 2.711 metri del Monte Morion, l’ennesima conquista di questo lungo weekend.
Raggiunta la vetta scopriamo che è infestata dalle mosche vespe e zanzare, probabilmente a causa di un vecchio falò i cui resti hanno attirato ospiti indesiderati. Ci fermiamo poco sotto la vetta dove un breve spuntino ci rimette in sesto, ma ben presto il caldo si fa soffocante e cominciamo la lunga discesa verso la fine di questa lunga giornata.
Sulla via della discesa facciamo un’ultima tappa ad una delle bergerie dove riempiamo gli ultimi angoli di zaino di ottimo formaggio – tome stagionate davvero deliziose che non rimarranno a lungo in frigo – e poi, dopo una lunga camminata sotto un sole che non vuole proprio lasciarci, chiudiamo questo lungo anello e ritorniamo a Lignan, dove finalmente possiamo sorseggiare un buon bicchiere di birra fresca, comodamente seduti all’ombra di un ombrellone!
AP
Scrivi un commento