Dopo tante avventure in compagnia di amici e compagni d’avventura, questa volta siamo soli nella bellissima Valle Gesso, dalle Terme di Valdieri, inizio di altre avventure passate. Niente bici, solo uno zaino pieno di cibo, sacco a pelo, vestiti caldi e picca e ramponi per domani. Si comincia con una lunga passeggiata prima sulla comoda carrozzabile e poi, appena possibile, tagliando più ripidi in mezzo al bosco, cercando di evitare chilometri inutili.
Ben presto, accompagnati da un buon numero di altre persone incontrate sia in salita che in discesa, raggiungiamo il Rifugio Valasco, un castello nel bel mezzo della valle, con tanto di torri, davvero bello!
Entriamo per chiedere informazioni sulla situazione neve: al centro informazioni di Valdieri ci hanno detto che i colli sono impercorribili, ma a guardare le vette la situazione non sembrerebbe. Il gestore del rifugio ci dice che a seconda della temperatura della notte, potremmo trovare parecchia neve una volta superato il colle ghiacciata o quasi marmellata, le temperature però sembra giochino a nostro favore promettendo un buon rigelo notturno. Un caffè ci aiuta a schiarirci le idee: raggiungiamo il Bivacco Guiglia e da lì valuteremo la situazione.
A pomeriggio inoltrato, cominciamo la seconda parte della salita, superando i verdi prati pieni di fiori colorati e superato finalmente il piccolo ponticello in legno sul fiume, eccoci finalmente sul sentiero, la strada trafficata ormai un ricordo.
Ci inoltriamo subito in un folto bosco che ci regala un po’ di ombra e fresco, salendo per ripidi tornanti finché il bosco non si dirada e il paesaggio cambia. Intorno a noi ci sono solo più rocce, per fortuna siamo abbastanza in alto perché la temperatura si sia abbassata. Il sentiero è facile, anche se ben presto cominciamo a trovare i primi nevai con neve completamente marcia. Per fortuna riusciamo ad aggirarli passando sulle rocce o, quando anche le rocce son coperte e siamo costretti a tagliare sulla neve, ce la caviamo sprofondando fino alla vita per qualche passo ed uscendone con poca grazia e tante risate.
Gli ultimi metri di fatica sul nevaio ci portano al Colletto di Valasco e poco dopo al Lago Sottano di Fremamorta, anzi, non proprio sulla sponda ma su una vecchia mulattiera mezza costa, coperta di neve che taglia la parete. L’ultima breve salita e laggiù in fondo, arroccato su un promontorio, vediamo spuntare un piccolo puntino rosso, il Bivacco Guiglia!
In breve, riusciamo a raggiungerlo e scopriamo che non siamo soli, ci sono due ragazzi arrivati presto che han già fatto un pisolino e ora si rilassano godendosi lo spettacolo del tramonto. Ci dicono di esser tornati indietro dal loro giro previsto a causa neve, e i dubbi ritornano.
Mangiamo cena a turni, il bivacco è davvero piccolo, ricorda molto una vecchia avventura con il nostro caro amico Pasqui, quando raggiungemmo dopo un’infinita camminata il Bivacco Ivrea. Rimaniamo alzati fino a che il sole non tramonta completamente, e poi tutti a dormire, anche perché fuori fa ben fresco.
Il risveglio è ancora freddino, aspettiamo che sorga il sole prima di uscire: la giornata è bella, con un bel sole. Facciamo colazione valutando le possibilità: possiamo tornare indietro, allungando al massimo fino al Rifugio Questa, oppure tentare e sfidare la neve, salendo al Colle di Fremamorta per poi chiudere il giro ritornando al Valasco passando per il Colle del Prefouns, al confine con la Francia. Ci rimuginiamo un po’ e poi è deciso, tentiamo la fortuna, si sale al Colle di Fremamorta!
Cominciamo a salire verso il Colle, lungo la traccia del trailrunner che ieri sera tardi abbiamo visto arrivare al colle. Ben presto infiliamo i ramponi, la neve è ancora a tratti ghiacciata ed è meglio non rischiare.
Saliamo lenti ma senza fermarci ed arriviamo all’altezza del lago di Fremamorta, il più alto di tutti: vediamo il colle ormai vicino a noi, siamo indecisi se tentare la via veloce e bella ripida o prendere la cresta che sale più dolcemente, scelta sicuramente più saggia.
Camminiamo sulla cresta, scortati da una famiglia intera di stambecchi che ci controlla sempre poco più in alto, finchè non raggiungiamo la casermetta del Colle di Fremamorta, ce l’abbiamo fatta!
Ci prendiamo una breve pausa, la giornata è ancora molto lunga. Un momento di relax e rieccoci in marcia, in discesa verso la bellissima vallata francese del Parco del Mercantour. Scendiamo prima piuttosto velocemente per ripidi tornanti, e poi più dolcemente su di un sentiero in parte allagato dai torrentelli che scendono dalle vette.
Il paesaggio è fantastico, i colori sono tutti accesi, dal verde del prato all’azzurro del cielo. La giornata è calda, giusta per camminare con una bella arietta per rinfrescarci, anche se gli alberi che regalano un po’ d’ombra sono il sollievo perfetto dal sole a picco di mezzogiorno.
Dopo un lungo tratto di sentiero pianeggiante, sul fondovalle, ricominciamo a salire costeggiando il fiume che sgorga dal Lac Negre. Abbandoniamo di nuovo gli alberi ed eccoci sulla sponda del lago, una piatta distesa che riflette perfettamente le vette che lo circondano, molto suggestivo.
Costeggiamo tutta la sponda ed al fondo ecco che si comincia a salire più decisamente, diretti verso il passo del Prefouns. A metà strada ci giriamo indietro, uno di quei gesti che non sempre ci si ricorda di fare, ma davvero importante che oggi ci regala lo spettacolo del Lac Negre dall’alto, uno specchio tra le montagne.
Una manciata di ripidi tornanti dopo, eccoci in cima al Passo del Prefouns e per prima cosa guardiamo dall’altro lato: uno spesso strato di neve copre tutta la discesa fino a dove vediamo, però è neve dura e sembra compatta, forse non dovremo nuotare immersi fino alla vita!
Una piccola pausa spuntino, calziamo di nuovo i ramponi e si parte. I primi passi sono poco confortanti, affondati fino al ginocchio, poi la neve si compatta e si comincia a camminare bene, a tratti è addirittura ghiacciata, per fortuna siamo attrezzati perché è davvero ripido. Ben presto e non senza affondare qualche volta fino alla vita, ci ricongiungiamo con il sentiero che gira dietro la cresta.
Ora non ci resta che una lunga, lunghissima camminata che con un giro ci porterà prima al rifugio Valasco e poi di nuovo alle Terme di Valdieri. Un ultimo sforzo, infine, ci permetterà di concludere l’avventura riportandoci alla macchina.Un’altra avventura conclusa, un altro parco favoloso, quello del Mercantour scoperto, e una quantità di ricordi indelebili tatuati nella mente.
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