Il sentiero lo conosciamo bene, ci siamo già stati diverse volte la bivacco Borroz: una lunga sterrata che sale su mai troppo ripida, quasi sempre immersa in un bel bosco fino a che non sbuca nella vallata dove sorge il bivacco. A passo lento e costante ci incamminiamo su per i larghi tornanti, distanziando quel che basta le due rumorose famiglie. Non abbiamo fretta, è presto ed è una bella giornata, meglio goderci il sole per quanto possibile. Nel primo pomeriggio, dopo qualche ora di cammino e tantissime pause per raccogliere lamponi e mirtilli e fotografare i panorami dai colori intensi, ecco che arriviamo al Bivacco Borroz. Ci basta vederlo da lontano per capire che non solo non saremo soli, probabilmente saremo anche di troppo: un bel gruppo di ragazzi è già seduto fuori a godersi la giornata e tanti altri arriveranno ancora. Entriamo nel bivacco sotto gli sguardi di tutti i presenti: i letti sono tutti occupati, anche volendo stringersi saremmo davvero troppi per una stanza sola. Preferiamo sistemarci nella seconda stanza da pranzo a fianco della cucina, per terra, di modo da non aver problemi con i cani – per esperienza, in più di 25 in una stanza c’è ben poco da dormire! Comunicato agli altri la nostra decisione, preferiamo allontanarci ed andare a far due passi prima di cena. Ci dirigiamo al Lago Lavodilec, avevamo già avuto modo di passarci una volta con un bel salto nell’acqua gelata. La passeggiata è breve e semplice, perfetta per scaldarci visto che la valle è in ombra già a metà pomeriggio. Rincorriamogli ultimi raggi di sole e sulla strada incrociamo una bellissima piccola baita privata. Arrivati al lago Lavodilec, ci rilassiamo e facciamo giocare un po’ i cani che sguazzano felici nell’acqua gelida e corrono come matti. Decidiamo di prendere la via diretta per il rientro e puntare giù dritti verso il bivacco, seguendo una traccia di sentiero. Scivolando a tratti, molto velocemente raggiungiamo il grosso sentiero e appena prima che arrivi il buio, eccoci di nuovo al bivacco Borroz. Il bivacco è davvero affollato: durante la nostra assenza sono arrivate diverse altre persone ed il conto ora supera le 30 persone. Facendo ragionare gli ultimi 4 ragazzi, arrivati tardissimo, senza nemmeno i sacchi a pelo e davvero di troppo, riusciamo a fargli capire che non ha senso rimanere. Al piano di sopra si sono stretti e hanno fatto spazio a qualche altra persona, un piccolo gruppetto di 4 persone dormirà in cucina e per noi c’è la stanza a fianco. Mangiamo a rate, alternandoci ai fornelli e ai tavoli. Purtroppo non tutti sono abituati e attrezzati alla vita da bivacco: c’è chi non lava e asciuga i piatti, che rimane a lungo a tavola a chiacchierare e chi non considera gli spazi degli altri, insomma, manca un po’ di cultura di montagna! Dopo cena, visto che la serata non è così fredda, qualcuno accende un falò sul retro del bivacco, mentre noi preferiamo allontanarci un po’ e goderci lo spettacolo della notte e delle stelle. Il cielo è completamente terso e la Via Lattea è uno spettacolo davvero meraviglioso. Rimaniamo a lungo fuori ad ammirare le stelle, ci sono anche molte stelle cadenti e ne approfittiamo per una passeggiatina nei dintorni. Poi decidiamo di andare a dormire, domani ci aspetta una lunga camminata e dobbiamo essere in piena forma, e la notte non si preannuncia proprio tranquilla e rilassante. Il risveglio è movimentato, siamo tra i primi a svegliarsi e cominciamo subito a prepararci e fare colazione, per toglierci da questo posto affollato il prima possibile. Sistemata la nostra stanza e chiusi gli zaini, siamo pronti a partire ben prima che tutti siano in piedi: molti degli altri torneranno direttamente a valle, più possibilità di avventure solitarie per noi! Prendiamo il sentiero che ci porta diretti verso il Col Fussy, a 2.910 metri, percorrendo la maggior parte del dislivello di oggi. Arrivati al colle, le gambe son belle calde e vediamo chiaramente la nostra meta: un bel percorso che segue la linea di cresta e poi sale su per ripidi tornanti dritto verso la vetta. Con calma e senza fretta, passo dopo passo per non metter fretta all’ultima arrivata, soprattutto quando il sentiero diventa un po’ più impegnativo, ecco che raggiungiamo la vetta del Mont Glacier, 3.138 metri! Il panorama, dalla croce di vetta, si apre tutto intorno a noi, 360° di vette e creste immerse in una leggera bruma che le rende davvero sceniche. Fa ben freddo quassù, tira un venticello davvero freddino e non riusciamo a rimanere a lungo in vetta. Giusto il tempo di uno snack veloce ed ecco che siamo di nuovo in cammino, questa volta verso valle, ma non per la stessa strada di salita. Abbiamo deciso di chiudere l’avventura con un bel giro ad anello, passando per il Col d’Etsely e poi il Lago Margheron e ancora giù fino a ricongiungerci dopo una lunghissima camminata, davvero lunga, quasi infinita, al sentiero che ci porta alla macchina. Quando ormai le gambe sono davvero stanche, soprattutto per la nostra nuova amica, non abituata a più di 1.500 metri di discesa, ecco che finalmente arriviamo al Pian Clavalitè: un ultimo sforzo per risalire gli ultimi pochi metri di strada asfaltata, ed ecco la fine dell’avventura! La nostra macchina è l’ultima, tutti i nostri compagni di nottata affollata sono già a casa, mentre noi ci siamo meritati la soddisfazione di chiudere questo lungo e bellissimo anello.
Riconosco i cani! Ci abbiamo fatto una nottata insieme al bivacco Reboulaz!
Stefano e Lucia
Ciao ragazzi! 😀 sono i nostri amici e li abbiamo spediti noi al bivacco Reboulaz!