partenza

Dalla piana del Campo Huayhuash si parte verso il Paso Trapecio

Dopo una gelida notte, ci svegliamo in una tenda rigida di ghiaccio però il cielo è sgombro dalle nubi e forse oggi sarà una giornata migliore dove potremo goderci il paesaggio. Mentre facciamo una deliziosa colazione a base di omelette, addirittura con il bis, già pregustiamo la magnifica giornata che culminerà al Paso Trapecio: le aspettative sono molto alte…e probabilmente lo sarà anche la fatica.

Trapecio

Il Trapecio, dalla forma inconfondibile, svetta di fronte a noi

Si comincia con una piacevole camminata appena in salita, ottima per scaldare le gambe e per mettere a posto lo stomaco sottosopra per il freddo della notte. Si alza un bel venticello gelido e pian piano anche il sentiero si fa più ripido, così almeno non geliamo.

Manteniamo un passo lento e costante, siamo poco sotto i 5.000 metri e l’aria rarefatta comincia ad avere i suoi effetti, e non possiamo fermarci ad aspettare il resto del gruppo per non congelare. Non è certo una salita noiosa, intorno a noi cominciano ad apparire gli aguzzi picchi del Jurau e del Trapecio, semplicemente fantastici. Su una piatta roccia al sole decidiamo di fermarci per ricompattare il gruppo.

Il signor Trapecio è ormai a pochi passi da noi, che meraviglia!

paso trapecio

Un gruppo formidabile ci fa arrivare fino ad oltre 5.100 metri!

Di fronte a noi ancora poco meno di 200 metri di dislivello, ma ad oltre 4.900 metri è quasi come scalare una montagna. Procediamo lenti, nel vento gelido che soffia incessante dal passo verso di noi gelandoci le ossa, ma ormai siamo davvero a pochi metri dalla meta e nessuno molla. Arriviamo a poca distanza gli uni dagli altri al Paso Trapecio e nessuno ha parole per descrivere lo spettacolo: da un lato l’inizio del ghiacciaio che si estende a partire dallo Yerupajà e per tutte le vette intorno, dall’altro lato il ghiacciaio Puscantrurpa, semplicemente spettacolare.

puscantrurpa

E di fronte al bianco dei ghiacci ecco i colori del Puscantrurpa

Non è abbastanza, possiamo ancora salire più in alto, poche decine di metri di facile arrampicata su grosse balze rocciose ci permette di arrivare il più vicino possibile al Nevado Yerupajà e con il fiato corto e gli occhi pieni raggiungiamo la cima delle rocce dove si apre davanti a noi uno spiazzo indescrivibile: Trapecio, Siula Grande, Sarapo, Carnicero, c’è l’imbarazzo della scelta e sono tutti a solo pochi metri da noi, incredibile!

E non è finita, dall’altra parte il Nevado Puscantrurpa che svetta appena dietro la laguna turchese. Passa almeno un’ora e non riusciamo a smettere di saltare e fotografare da qualsiasi angolazione questa meraviglia! L’unica ragione per cui alla fine scendiamo è il freddo gelido che ci sta entrando nelle ossa e così torniamo al colle dove comincia la discesa.

paso trapecio

Qualche passo lento mentre ammiriamo il profilo del Jurau, Carnicero, Siula Grande e Sarapo, da sinistra a destra

asinello

Un nuovo amico bellissimo in una cornice indimenticabile

Comincia una lunga discesa, prima giù verso la laguna sotto al Puscantrurpa e poi, quando speriamo di essere ormai vicini alla meta, un’infinito sali scendi nell’enorme morena lungo un sentiero che non ha fine. Ad ogni curva speriamo di vedere finalmente il campo, ma passano molte salite e molte discese prima che il nostro desiderio si avveri, e poi eccolo là, il Campamento Elefante giusto in tempo per il pranzo. Il campo è molto bello e ci ricorda gli alti pianori di Kol-Suu in Kyrgyzstan, un’enorme piana circondata da montagne. Scopriamo che il nome dell’accampamento deriva da una grande roccia a termine del pianoro che ha la forma di un elefante.

campo elefante

Tante tende arancioni durante una serata in rosa

Ci gustiamo un ottimo pranzo dopo aver montato le tende. Ci viene servita un’ottima pasta al pomodoro, non buona come quella della mamma italiana, deliziosa per essere a migliaia di chilometri da casa ed a più di 4.000 metri.

Dopo pranzo decidiamo di fare una passeggiata tranquilla e solitaria fino alla roccia elefante, dove gli asini si sono rifugiati a brucare in tranquillità. Dopo giorni siamo finalmente soli, fotografando la luce fantastica prima del tramonto, gli asini e la valle al di là della roccia, finché non è ora di rientrare per sfuggire dal buio e dal freddo. Al campo ci attende una cena gustosa e piena di risate, come al solito, e poi dritti in tenda prima del solito, la sveglia domani sarà molto presto perché ci aspetta il Paso San Antonio e sembra che il meteo si metterà al brutto in tarda mattinata.

Diario di viaggio -> https://www.theworldspaths.com/huayhuash-trek/