Data Trekking: 03/06/2016
Stranamente – come al solito ultimamente – il tempo è incerto, ma l’amore per la montagna chiama e noi rispondiamo.
Questa volta il mio compagno di avventura sarà Riccardo, un ragazzo conosciuto su uno dei gruppi di facebook più interessanti sulla Val Susa e dintorni (qui trovate il link). Riccardo è un Trail Runner, uno di quei pazzi che corrono su e giù per i sentieri delle nostre Alpi e proprio per questo piccolo dettaglio, metto le cose in chiaro fin dall’inizio “Oggi non si corre, ti farò apprezzare la lentezza”.
Decidiamo di prendere il sentiero che parte da Celle (Comba), ma evitiamo di passare da Rocca Sella. Il sentiero è il numero 575 ed incrocia il sentiero Tramontana, quello che sale, per l’appunto, a Rocca Sella.
Come già immaginavamo, dopo aver guardato le previsioni del tempo, ci attende un nebbione lungo tutto il il tragitto, ma almeno per il momento non piove e la temperatura è piacevole. Il discorso sulla lentezza, Ricky, non l’ha proprio capito e quindi mi tocca rincorrerlo fin da subito per scattare qualche foto.
Superato Colle Arponetto, 1.397 mt, ci dirigiamo verso il Monte Sapei e i suoi 1.615 mt. Purtroppo il panorama è costantemente lo stesso, solo noi e il nulla. Ci fermiamo per una breve sosta, qualche foto e si riparte.
Arrivati in cima al Monte Sapei, oltre il nulla che ci circonda, troviamo una piccola nicchia rossa in cui c’è il diario della vetta. Purtroppo dobbiamo rinunciare a scrivere perché inizia a piovere.
Vogliamo provare a salire il più in alto possibile, c’è la possibilità di superare lo strato nuvoloso, o forse più che una possibilità è una speranza.
Dal Monte Sapei scendiamo fino al colle La Bassa, perdendo quasi 200 metri di quota. Alla fine del sentiero troviamo un cartello che segnala il Prà du Col, con una utilissima bacheca dove sono segnalati tutti i percorsi possibili in questa zona.
Questi cartelli informativi sono davvero utili e interessanti, spesso ci fanno scoprire sentieri nuovi, peccato che sono rari. Sarebbe bello trovarne di più sparsi per le nostre valli.
Ormai non ci resta che salire, dritti attraverso i prati che la pioggia degli ultimi giorni ha contribuito a far diventare verdissimi. E per fortuna, perchè altrimenti la siccità dell’inverno, stranissimo, appena finito e mai davvero arrivato, avrebbe causato dei bei problemi di qui a qualche settimana.
Il tempo, purtroppo, non migliora e non possiamo ammirare la vista dalla cresta neanche per un momento.
Continuiamo a seguire la cresta fino ad arrivare a Punta Costa Fiorita, con i suoi 1.760 metri e la sua croce, la prima della giornata. La pioggia si fa più insistente, ma noi non molliamo. Si continua a salire con la speranza, prima o poi, di bucare le nuvole e vedere qualcosa che non sia bianco a 360 gradi.
Per un attimo, ma solo pochi secondi, un piccolo quadretto di azzurro fa capolino tra le nuvole, ma dura poco e in breve stiamo di nuovo camminando sotto la pioggia e tra le nuvole.
Poi, all’improvviso, la vetta finale spunta dalla nebbia: è Punta della Croce, 2.234 metri. Non ci accorgiamo nemmeno di dove siamo, potremmo essere a qualche metro dalla città o spersi nel nulla, riusciamo a malapena a vedere la croce e a vederci a vicenda.
Arrivati quassù abbiamo totalizzato la bellezza di 1.400 metri di dislivello, non male per una passeggiata in giornata.
Da qui alla cima del Monte Civrari non manca molto, ma non ha nessun senso proseguire in queste condizioni. Sicuramente è una meta che terremo presente più avanti, magari dopo l’estate.
E allora ciao Civrari, aspettaci! 😀
AP…di nuovo, Attilio!
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