Quarto risveglio in una camera caldissima, probabilmente la notte peggiore da quando abbiamo iniziato quest’avventura.
Facciamo colazione con i nostri nuovi amici canadesi che ci omaggiano di un desideratissimo caffè. Grazie a chi arriva da Nord sappiamo che oggi ci aspetta un solo guado. Le previsioni sono decisamente brutte, pioggia e vento tutto il giorno, e decidiamo di provare ad arrivare direttamente a Landmannalaugar, saltando la tappa intermedia.
I primi passi sono difficili, siamo vestiti con tutti gli strati possibili ma non c’è nulla da fare contro il vento – le previsioni meteo dicono 10-16 m/s – che soffia laterale e minaccia di buttarti per terra ad ogni passo.
Un paio di chilometri, giusto il tempo di scaldare le gambe ed eccoci al primo guado, ormai una formalità.
L’acqua fredda ci rinvigorisce, ma siamo felici che questa sia l’ultima volta in cui perderemo sensibilità ai piedi. I guadi sono belli, ma basta così.
Ci rivestiamo, ormai siamo ben rodati e facciamo in fretta, ed il sentiero ci aspetta. Vediamo i prossimi chilometri di fronte a noi: prima a lato del fiume, ma ben presto si comincia a salire e sembra che saliremo belli decisi!
Ci incamminiamo verso la fine della vallata e poi arriva la vera difficoltà: 300 metri di dislivello su per tornanti ripidissimi. Le gambe si scaldano molto in fretta e la fatica è davvero tanta.
A peggiorare tutto questo c’è il vento forte e costante laterale, e qualche raffica che incredibilmente riesce ad essere ancora più forte e minaccia di buttarci a terra.
Arrivati in cima alla lunga salita, ci servono alcuni minuti per riprenderci. Di fronte a noi possiamo vedere ben poco, le nuvole sono basse, piove e c’è vento, di sicuro non le condizioni ideali per goderci quello che dovrebbe essere un meraviglioso paesaggio.
Camminiamo lungo le creste di un’infinità di colline e saremmo persi se il sentiero non fosse per il sentiero grande quanto un’autostrada e i segnali chiarissimi.
La macchina fotografica fa un po’ i capricci per l’umidità. Cominciamo ad essere bagnati, gli strati impermeabili non sono sufficienti e cominciamo a capire l’utilità dei pantaloni antipioggia.
La pioggia diventa insistente e il vento cala un po’, ma rimane forte e laterale e l’acqua comincia ad entrarci sotto la giacca e nei pantaloni e fin dentro le scarpe.
Camminiamo a lungo su e giù lungo le creste delle colline, a tratti siamo insieme ai nostri nuovi amici canadesi e a tratti da soli. In alcuni momenti la visibilità cala ad appena qualche metro, in altri riusciamo a vedere fin quasi alla collina successiva.
Raggiungiamo quella che potrebbe essere la nostra tappa intermedia, il campo di Hrafntinnusker ed il suo rifugio a dir poco stracolmo – riusciamo appena ad aprire la porta ma c’è talmente tanta gente che siamo costretti a mangiare un veloce cous-cous all’aperto, sotto la pioggia.
E’ ancora presto e non possiamo fermarci qui e piantare ora la tenda sotto l’acqua scrosciante: è deciso, raggiungeremo Landmannalaugar oggi!
Siamo completamente zuppi, le scarpe sono fradice dentro e fuori e dentro ormai ci sono due litri d’acqua – i pantaloni, dopo essersi inzuppati, hanno cominciato a gocciolare nelle scarpe, e il goretex funziona in un solo verso, brutta scoperta!
Contiamo i chilometri che ci separano dall’arrivo che pian piano sono sempre meno. E poi, incredibilmente, smette di piovere quasi di colpo, ed è un vero sollievo. Finalmente, cominciamo a goderci il panorama.
I colori sono semplicemente incredibili, non ce li siamo goduti fino ad ora e adesso camminiamo in silenzio, guardandoci intorno. Ad un certo punto ci riavviciniamo ai ragazzi canadesi e gli ultimi chilometri li facciamo insieme.
Chiacchieriamo molto, la passione che ci unisce per la natura e le camminate non ci fanno certo mancare gli argomenti. La compagnia è piacevole e gli ultimi chilometri scorrono in fretta. Non ce ne accorgiamo quasi ed eccola lì, la piana di lava di Landmannalaugar!
Siamo provati da questi 4 giorni, ma soprattutto dal meteo di oggi che ci ha davvero fatto faticare ad ogni passo. Ma laggiù ci sono le terme naturali, una lattina di coca cola e di birra e soprattutto il meritato riposo e forse un po’ di sole!
L’ultimo chilometro è infinito, complice anche un improvviso male al ginocchio, ma superata l’ultima discesa una passerella in legno ci porta al campo e alle prime tende. Il sollievo è davvero enorme!
Ci rilassiamo un momento, ci spogliamo dei vestiti fradici e ci godiamo le congratulazioni e i complimenti delle tante persone incontrate lungo il cammino, comprese il gruppo dei russi che avevamo lasciato ad Alftavatn.
Non perdiamo tempo: troviamo un buono spiazzo per montare la tenda e mettiamo a stendere tutta la roba bagnata ovunque ci sia uno spazio libero e facciamo un veloce giro esplorativo. In fondo al campo troviamo quella che sarà la nostra rovina, il Mountain Mall. Dopo 4 giorni di intemperie e avventura, la civilità ed i piaceri di una bella bibita gasata – tutto tranne che economica – ci aspettano!
Poi è finalmente tempo di quello che aspettiamo da stamattina, le terme naturali. Scopriamo che i bagni sono riscaldati e che finalmente potremo goderci una bella doccia calda e ne approfittiamo per infilare il costume senza gelare.
Ci rivestiamo – il raggio di sole che ha accompagnato il nostro arrivo è sparito e la temperatura è scesa di nuovo – e ci avviamo verso il palo e la piattaforma che servono da spogliatoio all’aperto. Battiamo ogni record di velocità, passando dall’essere vestiti con giacca e scarponcini ad immergerci nell’acqua fumante in pochi secondi, complice l’arietta gelida che si è alzata.
Scopriamo subito che non è facile trovare uno spazio libero dove l’acqua sia ad una temperatura accettabile: la pozza è alimentata da due sorgenti, una bollente ed una gelida, e solo in alcuni punti dove si mescolano si riesce a stare in acqua, negli altri punti si rischia di bollire o congelare!
Guadagnato il nostro spazio, rimaniamo a mollo per molto tempo, lavandoci la stanchezza di dosso e sorseggiando – con molta parsimonia – birra e coca cola. Facciamo due chiacchiere con il gruppo di francesi che avevamo incontrato al guado impegnativo e scopriamo che loro continueranno a girovagare senza una meta ben precisa. Per noi, invece, c’è un’auto in attesa e un lungo road trip pronto a cominciare.
L’uscita dalla pozza è traumatica, la temperatura fuori è gelida e la lunga passerella che separa l’acqua calda dai bagni è una tortura. Dopo la doccia è ora di cena e poco dopo, il cielo ancora luminosissimo, siamo dentro ai sacchi a peli, pronti a goderci una lunga e rilassante notte di riposo.
L’indomani non abbiamo nessuna fretta, il bus che ci riporterà a Reykjavik non parte che nel primo pomeriggio e abbiamo tempo per una passeggiata rilassante nei dintorni, un po’ rovinata dal brutto tempo.
Poi saliamo sul bus, questo lungo cammino è giunto al termine, ma una nuova avventura è dietro l’angolo!
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AP
INFO costi
- notte in campeggio a Landmannalaugar: € 27 euro in due (doccia calda inclusa!)
- birra, coca cola e patatine: € 15 – i 15 euro meglio spesi degli ultimi 4 giorni!
- caffè a colazione: circa € 5 per due caffè
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