Data Trekking: 10-11/06/2017
E’ la Valle d’Aosta la nostra meta oggi, nostra e di quella che ormai è ufficialmente la cricca delle “Coppiette X Vette”, una siamo noi e le altre due sono i 4 fedelissimi amici di gita del Verticalife e abbiamo due accompagnatori speciali, un altro amico con Aro, il suo compagno a 4 zampe. Oggi andremo ad scoprire un nuovo bivacco, il bivacco Regondi-Gavazzi nella vallata di Ollomont, la splendida Valpelline.
La parte iniziale del cammino ci fa addentrare in uno splendido bosco, anche se un po’ troppo caldo. La salita è quasi tutta in questa prima parte di camminata, per fortuna al riparo dal sole diretto.
Saliamo veloci tra alberi e radure, una veloce tappa ad una piccola chiesetta, giusto il tempo per un sorso d’acqua e siamo di nuovo in marcia.
La salita è lunga e quando gli alberi si diradano, il sentiero si apre su ripidi prati verdi pieni di fiori fino ad un colle dove salutiamo l’ombra del bosco per l’ultima volta, ma siamo accolti da un bel venticello fresco di montagna.
Superato il colle i colori piano piano scompaiono, saliamo di altitudine e ci avviciniamo alla neve, quasi tornando indietro nelle stagioni. Qui la primavera è appena arrivata, la neve è ancora protagonista, ma la nostra gita sul versante Sud è stata ben studiata e tolto qualche piccolo nevaio non ne troviamo.
Arriviamo al Lago Cornet, uno dei tantissimi laghi di origine glaciale di questa valle e ne approfittiamo – quasi tutti, io per esempio opto per uno snack e veloce pisolino! – per raggiungere una vetta, la Punta Cornet, che guarda caso sovrasta l’omonimo lago.
Le ore passano e il pomeriggio avanza, ma le lunghe giornate di giugno ci lasciano tutto il tempo che vogliamo per prenderci pause e fare deviazioni.
Cominciamo a trovare qualche nevaio che un po’ ci rallenta, ma ben presto cominciamo a vedere la nostra meta, il Bivacco Regondi-Gavazzi.
L’ultimo colle ci fa scoprire anche una bella sorpresa inaspettata: un altro lago glaciale, ancora mezzo ghiacciato! Iceberg e pezzi di ghiaccio galleggiano nell’acqua, nonostante la giornata caldissima.
Ci incamminiamo lungo l’ultima parte di sentiero, alcuni tornanti e una salita ci portano alla cresta che ci condurrà al bivacco.
Infine, superata l’ultima salita e raggiunto il crinale, vediamo il bivacco, quasi sull’orlo del precipizio. Un nevaio alto almeno un paio di metri costeggia il sentiero prima di arrivare alla meta e ci tocca superare l’ennesimo nevaio per raggiungerlo.
Poi, uno dopo l’altro, raggiungiamo la nostra meta: abbiamo raggiunto il Bivacco Regondi-Gavazzi!
Arrivati al bivacco Regondi scopriamo che è simile a molti altri – al bivacco San Camillo per esempio, una versione ristretta ma accogliente lo stesso – ritroviamo una coppia di escursionisti già incontrata lungo il sentiero, che aveva preso deciso di tagliare e raggiungere il bivacco senza passare dal lago Cornet.
Ci sistemiamo e cominciamo a sgranocchiare qualche snack come aperitivo, insieme all’immancabile bottiglia di vino per festeggiare l’arrivo.
Il bivacco è spazioso e un pannello solare regala preziose ore di luce all’interno che ci permetteranno di far cena comodamente.
Sconvolgiamo la coppia che dorme con noi al bivacco con un aperitivo bello lungo e una cena ancora più lunga ed elaborata: loro sono dei veri alpinisti, domani tenteranno di raggiungere la vetta del Mont Gelé e alle 9 sono già sotto le coperte pronti al meritato riposo.
Dopo una cena a diverse portate di ravioli in brodo e non, abbiamo anche una torta fatta in casa. Non ci facciamo mancare nulla!
Andiamo a dormire tardi e ci alziamo al mattino ben riposati. Abbiamo tutto il tempo per una lunga e rilassante colazione nello spiazzo davanti al bivacco e poi è ora di una riunione organizzativa.
Il responso è una discesa per la via veloce, quella che ci porterà dritti alla Conca di By e poi di lì nel bosco.
La discesa è lunga, ma meno ripida dell’andata e ci mettiamo un po’ per raggiungere un posto dove è possibile fare il bagno. Con la giornata calda e le acque fresche e cristalline che ci circondano, la voglia di un tuffo è tanta e raggiunta una piccola diga decidiamo di provarci.
Ma basta pucciare un dito del piede per capire che non ci sarà nessun bagno: l’acqua è gelida e si perde sensibilità in un secondo. Riusciamo – solo le donne, gli uomini si tirano indietro come al solito – ad attraversare il fiume, arrivando addirittura a bagnarci le ginocchia.
E’ poi ora del pranzo, gustato in riva al fiume.
Ci aspetta ancora una lunga discesa nel bosco e poi raggiungeremo il parcheggio di Ollomont con il suo bel boschetto, perfetto per un riposino pomeridiano prima di rimetterci in macchina e rientrare nella calda e afosa Torino.
Alla prossima avventura!
AP
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