Data Trekking: 23/10/2017
Torniamo in Valle Argentera e questa volta per il primo vero trekking serio da queste parti: conquistiamo Punta Ramière a 3.303 metri.
E non è solo una nuova conquista per noi, ma anche per Cice e Maic – compagni d’avventura ritrovati! – visto che Cice non aveva mai messo piede a 3.000 metri.
Stranamente – per i nostri canoni almeno – partiamo di buon mattino e a metà mattina siamo già in cammino. Gli zaini son leggeri, giusto qualche vestito pesante per la vetta ed il pranzo e meno male, ci aspettano 1.400 metri di dislivello, quindi meglio non appesantirsi troppo.
Il sentiero comincia tranquillo e poco pendente nel bosco, ottimo per riscaldarci e chiacchierare un po’. In lontananza già vediamo i picchi che ci aspettano tra poco.
Superato il bosco, comincia la vera e propria salita: il prato sparisce, gli alberi si ritirano a piccoli cespugli e le rocce cominciano ad essere ovunque. Ma soprattutto, la pendenza aumenta davvero e le gambe cominciano presto a bruciare.
Saliamo veloci e ben presto ci ritroviamo al limite della morena. Da qui in avanti si faticherà parecchio!
Al colle attraversiamo una porta che sembra aprirsi verso il cielo, proprio sulla cresta. Troviamo un piccolo nevaio ed un vento gelido ci accoglie come superiamo la cresta.
Una breve sosta per riprendere fiato e siamo pronti per l’ultima fatica, ora si sale dritti su per la morena, diretti alla cima di Punta Ramière.
La pendenza aumenta sempre più, saliamo per stretti tornanti su rocce e pietroni e passo dopo passo, prima superiamo i 3.000 metri e poi ci dirigiamo sempre più su, verso la croce che si intravede sulla cima.
Gli ultimi passi, come al solito, sono i più faticosi, ma uno dopo l’altro arriviamo tutti in cima: Punta Ramière ed i suoi 3.303 metri sono stati espugnati!
La prima cosa che facciamo è ripararci al di là della cresta per sfuggire al vento gelido che sale dalla Valle Argentera e cambiarci i vestiti sudati. Caldi e ben coperti, è ora di festeggiare: cibo per celebrare i primi 3.000 metri di Cice, ormai ampiamente superati!
Con le pance piene, camminiamo su e giù per la cresta per trovare il miglior posto per ammirare il panorama ed il magnifico Monviso che sorveglia tutte le altre vette dall’alto della sua cima.
Quassù però comincia a far freddo e la discesa che ci aspetta è lunga e faticosa, quindi richiudiamo gli zaini – portando via tutta la spazzatura e proviamo, invano a causa di penne che non funzionano, a lasciar traccia del nostro passaggio sul libro di vetta.
Ci rimettiamo in cammino, inizialmente ben vestiti e ben presto di nuovo in felpa.
La discesa è molto più veloce del previsto perché quasi corriamo pur di non frenare troppo la discesa ed affaticare le gambe più del dovuto. Arriviamo al colle poco dopo aver lasciato la vetta e ben presto ci addentriamo di nuovo nel bosco, dove finalmente rallentiamo un po’ per goderci i colori dell’autunno nella luce del tardo pomeriggio.
Il bosco ha già cominciato a cambiare colori, ma migliorerà nelle prossime settimane e, ancor prima di concludere questa avventura e arrivare alla macchina, ci diamo appuntamento di nuovo in questa valle per il prossimo weekend.
Poi, stanchi e soddisfatti, arriviamo alla macchina e la lunga avventura termina qui. Ma questa bella giornata ci ha fatto riscoprire le gite in giornata, che da diverso tempo stavamo scartando, troppo abituati alle belle nottate in bivacco.
A presto Valle Argentera, settimana prossima saremo di nuovo qui!
AP
Belle foto, bel racconto. Come sempre.
Grazie mille Giovanni 😀
Vi ho scoperto per caso, cercando indicazioni per il Thabor, e vi salvato subito tra i preferiti!! il vostro sito mi è di grande ispirazione per me che amo la montagna!
Complimenti ragazzi!
Grazie mille, fra una settimana torneremo dal Kirghizistan e continueremo a scrivere le nostre avventure 🙂