Data trekking: 28-29/06/2019 località partenza: Estoul (Aosta) Ormai quasi non ricordiamo più l’ultima avventura in solitaria, solo noi due e nessun altro. Probabilmente dobbiamo ritornare a quest’inverno, a quando abbiamo girato per una decina di giorni in Marocco, noi due e una macchina, e finalmente non dobbiamo cambiare nazione e continente per far due passi da soli. Prendiamo la tenda, materassini, del cibo, fornelletto e frontali, e ci dirigiamo in Valle d’Aosta, per la precisione in Val d’Ayas, ai Laghi Palasinaz. Lasciamo la macchina ad Estoul e ci incamminiamo, insieme ad un sacco di altra gente, lungo il sentiero per il Rifugio Arp. Un’ampia sterrata che dapprima si infila nel bosco e poi, con ampi e facili tornanti, sale fino ad arrivare a mezza costa e tagliare con un lunghissimo, infinito traverso, tutta la vallata fino al fondo. Arriviamo al Rifugio Arp dove praticamente tutta la folla, che è salita insieme e dietro di noi, si ferma – a dir la verità tagliamo gli ultimi tornanti e saliamo dritti per prati. Lasciatoci il Rifugio Arp alle spalle – ed i tanti marmocchi urlanti – continuiamo lungo il sentiero che sale ai laghi. Seguiamo a ritroso un fiumiciattolo fino a vedere sopra di noi un ponticello che lo attraversa, molto carino: lo attraversiamo ed eccoci nel pianoro del primo lago Palasinaz. Non ci fermiamo, la nostra destinazione è non uno, ben due laghi più in alto, e se al secondo ci arriviamo velocemente, per raggiungere il terzo c’è uno bello strappo in salita davvero poco simpatico. Scolliniamo all’altezza del terzo lago che è ormai tardo pomeriggio, le ombre son già lunghe e le spalle bruciano dopo tanto camminare con gli zaini pesanti, lasciare lo zaino a terra è un piacere. Troviamo il posto giusto – bello piatto per non rotolarci addosso questa notte e possibilmente asciutto – ed in pochi minuti montiamo tenda, materassini e pezzetti vari. Liberati gli zaini dal superfluo, ci rimettiamo subito in cammino: direzione Corno Boussolaz per un bel tramonto in quota! Senza più tutto il peso di prima sulle spalle, procediamo veloci verso la vetta, superando facilmente i primi ripidi tornanti su terra e poi i lunghi tratti alternati a nevai. Camminiamo quasi da subito all’ombra del Corno Boussolaz stesso e quando arriviamo al colle Boussolaz superiamo facilmente l’unico tratto con un minimo di difficoltà, più per la scivolosità della roccia che altro. Una corda fissa e qualche gradino in ferro ci permettono di non rallentare nemmeno e poi l’ultimo tratto di ripidi tornanti ci porta diretti in vetta al Corno Boussolaz! Siamo soli, a 3.023 metri, il sole sta ormai tramontando ed il cielo è bello terso – c’è un po’ di foschia, ma solo verso valle. Il panorama è incredibile, possiamo vedere praticamente tutti i massicci più grandi e belli della zona: dal Monte Bianco al Monte Rosa, dal Cervino al Gran Paradiso…tutto insomma. Rimaniamo quasi un’ora in vetta a goderci il panorama ed i colori che cambiano man mano che il sole tramonta, finché non si nasconde del tutto e le nuvole di calore non cominciano a salire dalle vallate. La discesa è velocissima, a tratti addirittura corriamo, il sentiero è semplice e quasi tutto terriccio o sabbia che ci permette di scendere facilmente. Arriviamo alla tenda che ormai è quasi buio, abbiamo appena il tempo per preparare la cena – il solito menu veloce da preparare e ben nutritivo: agnolotti al sugo – ed eccoci immersi nel buio. Mangiamo a lume di frontale e il lavaggio piatti nella neve è al buio completo. Non è il massimo, ma ha il vantaggio di poter godere di un cielo stellato senza esser fermi a far nulla e prender freddo. Rimaniamo molto fuori dalla tenda, ad ammirare le stelle, far foto e leggere – grazie al provvidenziale e-book retroilluminato! – poi è ora di andare a riposare. Ci svegliamo che il sole è già alto e per fortuna nessuno è ancora salito fin qui. I primi escursionisti arrivano mentre finiamo di fare colazione, dopo aver già messo via tutto e quasi chiuso gli zaini, mentre sorseggiamo la seconda tazza di tè caldo. E’ incredibilmente rilassante svegliarsi nel silenzio della montagna e gustarsi una piacevole colazione con vista laghi e montagne. Chiusi gli zaini, ci incamminiamo per la lunga passeggiata di oggi. La meta finale è di nuovo il Rifugio Arp, da dove torneremo alla macchina per lo stesso sentiero già percorso ieri, ma per arrivare lì percorreremo un lungo sentiero in cresta e chissà se sarà tutto libero da neve e alla nostra portata. Torniamo al Colle di Palasinaz – con molta più fatica di ieri, per colpa degli zaini – e da qui, invece di proseguire per la vetta del Corno Boussolaz, ci dirigiamo verso la cresta alla sua destra. Ben presto arriviamo in cresta e tiriamo un sospiro di sollievo pensando di aver finito la salita e che d’ora in avanti sarà solo piano o discesa. Ci basta poco per capire che ci sbagliamo di grosso: il sentiero non corre vicino alla cresta, mantenendo una quota costante, ma proprio sulla cresta con un continuo sali e sali…e sali e poco scendi! Per fortuna il panorama è talmente bello che non pensiamo alla fatica, ma ai colori accesi delle acque dei Laghi Palasinaz, al bianco dei nevai ed al verde acceso dei prati. Dopo qualche ora, in lontananza cominciamo a intravedere il Rifugio Arp, la fine non è lontana. Superiamo il Colle di Palasinaz, e ben due Punte, Palasinaz e Del Lago. Per un momento siamo tentati di salire al Corno Vitello, ma al pensiero di ricominciare a salire optiamo per una bella fetta di crostata accompagnata da un caffè. Raggiungiamo l’ultimo colletto sopra i laghi di Valfredda e poi, finalmente, comincia la discesa su un sentiero che a tratti si perde. Raggiunto il lago siamo praticamente arrivati al Rifugio e poco dopo eccoci comodamente seduti, con una fetta di crostata in una mano ed un caffè nell’altra. Ci manca ancora un’oretta di cammino, facile facile ma sotto un bel sole forte, che alla fine ci riporterà alla macchina con i piedi gonfi, dei grandi sorrisi stampati sulle labbra e i panorami dei Laghi Palasinaz impressi in mente. AP
esposizione prevalente: Varie
quota partenza (m): 1.821 m
quota vetta/quota massima (m): 2.991 m.
dislivello salita totale (m):1.352 m
Laghi Palasinaz, tendata in riva al lago
A mie spese ho scoperto che in montagna le serate sono molto fredde: attorno ai 2000mt anche in agosto ,quando va via il sole, son cazzi. E di solito ci si porta nello zaino niente di più pesate (in tutti i sensi) di una felpa e k-way.
Quidi come cavolo si fa a star fuori a cucinare e poi ancora a fare foto, chiacchierare, ecc? E’ una sofferenza!
Io per guardare le stelle ho indossato il sacco a pelo come un giaccone, ma non è pratico (braccia non usabili, il sacco che striscia e si sporca, ecc).
Funziona bene ed anche pratico e soprattutto divertente una buona dosa di vino/grappa, ma il giorno dopo si paga…!
Anche noi abbiamo avuto una brutta esperienza con la tenda, su punta dell’Aquila, gran freddo 😀