L’Islanda, questa terra ancestrale che ci aveva già conquistato qualche anno fa, in occasione del nostro primo viaggio con un trekking di più giorni in tenda, il Laugavegurinn. Il sogno di tornarci in inverno è sempre rimasto in un cassetto che si è magicamente aperto un giorno quando qualche amico ci ha proposto di scegliere proprio l’Islanda per una settimana di scialpinismo primaverile.
Non abbiamo potuto rifiutare ed eccoci imbarcati su un aereo, dopo non poche peripezie per coordinare ben 11 persone con bagaglio da sci e un bel po’ di cibo al seguito. Atterriamo ed ecco il primo problema, la prenotazione della navetta per l’hotel – eh già, errore mio! – è sbagliata e non sono pronti a portarci, in qualche modo riusciamo a cavarcela ed arriviamo alle stanze d’hotel prenotate per la notte, senza aver ancora avuto il piacere di vedere nulla di quest’Islanda in versione invernale.
Ci svegliamo sotto un cielo decisamente grigio e islandese, ma ben preparati saltiamo subito in macchina e ci avviamo dritti dritti verso nord, destinazione finale un paesino poco lontano da Akureyri, la capitale del nord. Lungo il tragitto, tolte le tante tappe cibo e relax, l’unica vera pausa che facciamo è per visitare una caldera antica che noi avevamo già visto e meritava un secondo giro. Dopo otto lunghissime ore di viaggio, superiamo Akureyri ed arriviamo nel nostro piccolo paesino di Ytri Vik, dove scopriamo le nostre due baite con due fantastiche vasche calde sul portico, una meraviglia inattesa e molto gradita! Ci accomodiamo tutti e ne approfittiamo per un primo bagnetto caldo, bicchiere di vino alla mano e vista sul fiordo…potremmo quasi quasi passare così anche i prossimi giorni.
Ci organizziamo per l’indomani, seguendo i consigli di molti altri amici venuti qui nelle settimane passate o, addirittura, ancora in zona con ottimi consigli sulla meta per sfruttare al meglio l’ultima neve della stagione – sebbene siamo molto a nord, la primavera sta arrivando anche qui, dopotutto siamo quasi a fine aprile. La prima meta è nei dintorni di Dalvik dove scopriamo una lunga vallata infinita: le nostre gite scialpinistiche cominciano con una lunga gita di sci di fondo. Scopriamo che la neve non è delle migliori, soprattutto in basso, e purtroppo la giornata non aiuta troppo perché a metà pomeriggio le nuvole si abbassano e proprio mentre arriviamo in vetta comincia a nevicare.
Sulla strada del rientro dalla prima giornata decidiamo di andare ad esplorare il paesino di Ólafsfjörður, poco lontano da dove abbiamo casa. Passeggiamo tra le viuzze del porto e ci addentriamo fino a vedere i pescatori che scaricano il pesce dalle barche, appena rientrati dalla pesca, poi una tappa per fare la spesa e sulla strada del rientro qualche fermata per ammirare le scogliere a picco sul fiordo.
Speriamo di avvistare qualche balena e non togliamo gli occhi dall’acqua, ma la fortuna oggi non è dalla nostra parte. In compenso riusciamo ad ammirare i fiumi che saltano giù dalla scogliera per tuffarsi dritti nel fiordo e scendiamo fino ad una spiaggetta di sassi neri dove salutiamo qualche uccellino dai piedi palmati.
Rientriamo per un’altra cena affollata a casa e le regole della cucina sono già consolidate: uno lavora, gli altri guardano! Cerchiamo di capire un po’ come sarà il meteo di domani e le notizie non sono buone, pare che sarà davvero brutto.
Al risveglio le previsioni sono confermate, e il problema non è tanto che nevichi, ma che le nuvole sono basse e la visibilità scarsissima. Optiamo per una bella mattinata di relax prima di tentare una gita che finisce con una cima completamente nella bufera, ma almeno anche oggi abbiamo fatto qualcosa!
Poi il gruppo si divide: i più stoici non mollano e ritornano a caccia di vette, incuranti del maltempo e alla conquista di un bel canalino, mentre noi, gli svogliati di turno, optiamo per scoprire le bellezze naturali islandesi e ci dirigiamo a Goðafoss, la cascata degli dei.
Ma prima di arrivarci scopriamo che da queste parti i tunnel costano cari, fintanto che lo stato non ha ripagato la spesa e toglie il pedaggio, insomma, abbiamo contribuito anche noi a costruire il tunnel di fronte ad Akureyri!
La cascata però è uno spettacolo e ripaga le aspettative, nonostante la pioggia ed il vento forte che non ci abbandona un secondo. Siamo quasi soli, pochi altri si sono avventurati qui proprio oggi. Riusciamo a scendere fino ad una spiaggetta laterale, coperta dal vento e da cui abbiamo uno scorcio davvero interessante, prima di fuggire al riparo verso la macchina e verso un’altra serata affollata. A chi toccherà stasera lavare i piatti?
Il risveglio è finalmente sotto un cielo non più completamente grigio – parlare di una giornata soleggiata è ancora un miraggio! – e così, con i tempi biblici di coordinare undici persone che devono prepararsi e fare colazione, riusciamo a salire in macchina alla volta di Grenivíkurvegur, le montagne piatte che vediamo proprio di fronte alla nostra casetta.
Guidiamo lungo tutto il fiordo, fino a raggiungere la fine della strada e poi finalmente si parte, seguendo le trace di alcune motoslitte venute fin quassù a divertirsi. E’ una salita facile e tranquilla, abbastanza lunga, soprattutto una volta arrivati all’inizio del plateau in cima, dove ci aspetta una bella camminata controvento per raggiungere la cima. Lo spettacolo però è davvero fantastico, riusciamo quasi a vedere casa – o almeno ci pare, dall’altra parte del fiordo.
Arrivati tutti in cima, abbiamo tempo per fare un pranzetto a base di panini e schifezze varie prima di esser raggiunti da altri gruppi. Con le solite tempistiche infinite, un piccolo gruppetto decide di avventurarsi giù per la parete ripida e andare a cercare altre vette, mentre i rimanenti tornano alla civiltà e vanno a fare una , con le sue casette tipiche con i tetti ricoperti d’erba. Ci si ritrova più tardi tutti a casa, chi già a mollo nelle vasche calde in terrazza da un po’, e chi ha tempo di un tuffo veloce prima di sedersi a tavola.
Dopo diversi giorni di fatiche scialpinistiche, non senza dover convincere qualche irriducibile della neve, decidiamo di dedicare una giornata ad esplorare le bellezze naturali della zona e ci dirigiamo verso la zona di Mývatn, qualche fiordo più ad Est rispetto a dove siamo noi. Prima di tutto andiamo a vedere le cascate più grandi d’Europa: ci dirigiamo a Dettifoss e non potremmo fare scelta migliore, due salti d’acqua uno dopo l’altro e nuvole di spruzzi che si alzano per decine di metri in un fragore incredibile.
Finito questo bel bagno tra gli spruzzi, risaliamo il fiume ed arriviamo alla cascata di Selfoss, un’altro spettacolo ma ben diverso e più tranquillo: un enorme ferro di cavallo che arretra pian piano, scavato sempre più dall’acqua che scorre. Ritorniamo in macchina e ci dirigiamo verso la zona vulcanica del Mývatn, dove passeggiamo sulle rive del lago e tra vecchi crateri spenti e poi ancora alle fumarole ed i fanghi ribollenti di Hverir. Affamati e pronti per la cena, guidiamo ancora ma non prima dell’ultima tappa, le grotte di Grjótagjá, rese famose dalla serie Game of Thrones.
La giornata di esplorazione ci ha rinvigoriti e siamo pronti ad affrontare di nuovo le montagne innevate, senza però aver voglia di stare tanto in macchina, viste le lunghe ore di guida di ieri e quelle che ci aspettano per rientrare a Reykjavik domani. Optiamo per una gita nell’estremo Nord, nei dintorni di Vik e non potremmo fare scelta migliore: il meteo è fantastico, fin troppo, e a metà mattinata siamo già tutti in maniche corte.
Questa volta la salita non è facilissima e per strada pian piano vengono seminati alcuni che optano per altre destinazioni, chi resiste, con qualche inversione e una bella camminata in cresta, arriva finalmente in vetta e si gode il panorama dall’alto, fantastico! Poi giù, con le ultime curve della vacanza nella neve che piano piano comincia a risentire della primavera che sta arrivando.
Alla fine è ora di rientrare a casa e prepararsi al rientro, non prima di un ultimo bagno nelle vasche in terrazza, con tanto di buon bicchiere di vino ed un’ultima cena dove proviamo a finire tutto quello che abbiamo comprato – missione impossibile, molto lo lasciamo ai proprietari ed a chi arriverà dopo di noi! – prima di sistemare tutto e goderci l’ultima notte nel freddo nord islandese.
L’indomani ci aspetta una colazione regale e poi è ora di caricare le macchine: abbiamo un posto in più – l’undicesimo è dovuto rientrare prima! – ma questo non rende più facile il gioco d’incastri per far star tutto nelle tre macchine. E’ un’altra bella giornata, quasi un peccato dopo tutti i giorni di brutto tempo passati, ma almeno il rientro è piacevole. Ci fermiamo per un pranzo con tutti i rimasugli da qualche parte lungo la strada del ritorno, praticamente un accampamento che sfamerebbe un esercito intero, a bordo strada e con vista un qualche fiume. E poi si guida a lungo fino a Reykjavik, dove abbiamo qualche ora a disposizione per visitare la città e comprare qualche regalino prima dell’ultima mezz’ora di guida che ci porta, a sera inoltrata, all’aeroporto dove, dopo aver consegnato i bagagli, improvvisiamo un banchetto sulle sedie della sala d’attesa, circondati da sguardi incuriositi – e un po’ affamati, condividiamo volentieri con i vicini!
Alla fine ci imbarchiamo ed anche questa avventura arriva alla fine, con ricordi meravigliosi di un gruppo che non credevamo possibile!
Bellissimo racconto e splendide foto!!
Bravi bravi
Grazie super Popi!