Siamo arrivati agli sgoccioli di questa lunga estate, ormai ci rimangono pochi giorni di vacanza e poi si tornerà alla vita di tutti i giorni: casa, lavoro, impegni, città, stress…meglio non pensarci ancora. Abbiamo ancora molti chilometri davanti a noi e qualche giorno di surf ed incontri.
Ci alziamo di buon’ora, i giorni di riposo hanno fatto effetto e la totale mancanza di vita notturna, sia perché manca proprio da queste parte, sia perché non ce ne siamo interessati proprio, ci regalano delle sveglie di prima mattina. Impacchettato tutto per l’ennesima volta – ma anche una delle ultime 🙁 – ci godiamo una buona colazione a base dell’ormai consolidata coppia, caffè e pastel de nata.
Ci aspetta pochissima strada oggi, ci spostiamo, infatti, solo a Luz, cittadina nei pressi di Faro, lungo la strada del rientro il Spagna.
E’ un paesino piccolo e immerso nella natura, molto più turistico della costa Alentejana a cui siamo ormai abituati e tutte queste persone, tutte insieme, quasi ci intimoriscono. Ci infiliamo in un campeggio ampio, in mezzo alla campagna, pieno di piccole casette, ma con molto spazio per le tende. Ci regaliamo anche il lusso di una nuotata in piscina ed una sdraio, comprese nel prezzo, sempre un ottimo incentivo per scegliere il campeggio.
Un ultimo lavaggio alle cose che ci serviranno in questi giorni siamo pronti per dedicarci alla ricerca di un buon posto per cenare.
“Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.”
Charles Baudelaire
Il paesaggio intorno è meraviglioso, un tramonto sui campi e qualche nuvola che tinge il cielo di bianco sono proprio quello che stavamo cercando, una sorta di aperitivo speciale prima di dirigerci verso il caos della serata.
Già, perchè arrivando al campeggio, avevamo già adocchiato la nostra location per stasera: i famoso maialino cucinato “alla sarda”, infatti, è specialità anche qui, e il pub The Pig’s Head ci aveva fatto una buona impressione. Arrivati giusto in orario, scopriamo esser finiti ad una serata di beneficenza: un delizioso all you can eat di carne alla griglia in cambio di un contributo per un’associazione inglese – scopriamo anche che il pub è frequentato da soli inglesi DOC, e la birra scorre a fiumi.
Passiamo un’ottima serata, tra le risate per le incomprensioni derivanti dall’accento inglese poco comprensibile e le scene esilaranti del karaoke.
Ormai abituati bene – o male, a seconda dei punti di vista – ci dirigiamo in tenda abbastanza presto e, dopo aver accordato qualche passaggio tramite Blablacar per il viaggio di ritorno, ce ne andiamo a dormire.
L’indomani è giornata di incontri, con amici vecchi e nuovi. Abbiamo scoperto che il mio allenatore di judo è da queste parti in vacanza, e non potevamo fare a meno di organizzare un’ottima sessione di surf in compagnia. Noleggiate due tavole da surf e relative mute, decidiamo di fare un po’ di strada e tornare in un posto noto, visto che dalle parti di Lagos fare surf è impossibile causa mancanza cronica di onde – il promontorio di Sagres, infatti, impedisce alle onde di raggiungere le tranquille acque da Lagos in poi.
Ritorniamo quindi in questa spettacolare e piena spiaggia, dove ci aspetta non uno, ma ben due piacevolissimi rendez-vous.
Oggi è una giornata speciale, ad un anno e qualche giorni di distanza, ho il piacere di incontrare nuovamente due amici spagnoli, conosciuti durante il mio ultimo viaggio da backpacker nel nord del Portogallo.
Ritrovo questi due amici dopo un anno ed è davvero un piacere inaspettato.
E dopo la spiaggia, non può mancare la cena: ci rivediamo tutti a Lagos per una super cena di fine vacanza – per noi, inizio per loro! – e per passare una serata piacevolissima e piena di risate, dove lo scatto di gruppo è immancabile, nonostante il timore di lasciare il telefono in mano ad uno sconosciuto – eh sì, visti i cartelli appesi ovunque di far attenzione alle “mani lunghe”, non vorremmo proprio concludere la vacanza in modo spiacevole.
Fila tutto liscio, e la serata è una delle migliori che si potessero desiderare, piena di amici in un posto meraviglioso.
Tornati a casa – in tenda, ok, ma ormai per noi è uguale oramai! – ci prepariamo all’ultima notte sotto le stelle.
I due giorni seguenti li passiamo quasi completamente in macchina, facendo diverse tappe e raccogliendo molte persone con Blablacar: prima da Lagos a Faro, poi Siviglia, e ancora Grenada, dove passiamo la notte e abbiamo difficoltà a trovare un posto economico per la cena – città iper-turistica, molto bella, ma rovinata dal turismo, a parere mio – e poi si riparte, destinazione Barcellona, dove staremo da amici per un paio di notti prima di ripartire, tristemente, per gli ultimi mille lunghi chilometri.
A Barcellona ci aspetta una spettacolare paella, a casa, rilassati, ed un materasso per la notte; non siamo abituati a tutto questo lusso.
Un piccolo imprevisto ci costa caro, quando il radiatore riparato ad inizio viaggio, torna alla carica e fa prender fuoco alla ventola. Durante la riparazione, come se non bastasse, ci tocca anche cambiare due gomme, praticamente distrutte. I nostri propositi di fare economia sono tristemente abbandonati, non ci resta che goderci questa bella città.
L’ultimo giorno lo passiamo in giro per la città, una rilassante passeggiata fino al molo di Barceloneta, e poi l’ultima cena in compagnia.
La nostra ultima tappa comincia dopo cena, quando incontriamo i nostri due compagni e mezzo – hanno un cagnolino al seguito – che ci accompagneranno, dormendo quasi per tutto il tragitto, fino a Torino. La strada è lunga, soprattutto per il nostro proposito abbastanza rispettato, di non prendere autostrade, ma il sonno è ripagato da una splendida alba sul lago che ha segnato la nostra partenza, dove abbiamo consumato la prima colazione in viaggio, il lago di Serre Poncon, con la bella cittadina di Savines-Le-Lac.
Poi è tempo di tornare a casa, disfare i bagagli, e recuperare tutte le ore di sonno perse durante la lunga notte di guida.
Domani si tornerà alla vita di tutti i giorni, lavoro e traffico cittadino, ma anche fughe del weekend e fantastiche avventure a pochi passi da casa.
I ricordi di questa vacanza non ci abbandoneranno presto: sono un paio meno di 6.000 i chilometri percorsi, 4 gli stati percorsi, 21 i giorni ed innumerevoli le tappe, tanti gli amici ed infinite le foto.
E poi, è la nostra prima vera vacanza insieme, seguita da molte altre, si spera!
Qualsiasi mezzo si utilizzi, qualunque sia la meta, metterci in gioco, ripartire ogni volta, dare fiducia all’inspiegabile curiosità che ci assilla è l’unica vera strada che ci resta da percorrere
“Christian Carosi”
AP
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