Galles, un posto fantastico, e non solo per noi. Abbiamo portato un’amica per evadere da un periodo un po’ nero a causa di qualche problema di cuore, e questa è la sua storia, questo è il Galles di Greta insieme a The World’s Paths:
“In un periodo in cui vedevo tutto nero due amici mi hanno raccolta e portata con loro a fare un viaggio in Galles.
Il giorno prima della partenza ero tesa, sono andata in camera di mio fratello e ho tirato fuori un vecchio zaino che portava papà quando andavamo a camminare tutti insieme e ci fermavamo a dormire nei rifugi. Prendendolo in mano e osservandolo un po’ mi sono sentita sollevata, con tanti ricordi in testa e un mezzo sorriso stampato in faccia, mi sono messa di buona voglia a preparare il tutto per la partenza, con la regola di Atti ben in mente: “mi raccomando porta tutta roba colorata..!” – lo ammetto facendo lo zaino mi sono sentita un po’ Arlecchino! Non so come, ma in qualche modo sono riuscita a far entrare tutta la roba in quel vecchio zaino già traboccante di ricordi, un momento d’ansia quando gli ho fatto fare la prova peso e un sospiro di sollievo nel vedere che era più grosso che pesante. Prima di chiuderlo definitivamente ci ho buttato dentro anche un po’ di cocci di cuore e ho chiuso la zip.
“Bene!” ho pensato, “sono pronta!” ho appoggiato lo zaino al muro in camera mia, mi sono seduta sul letto, e per 5 minuti l’ho fissato. Per quei cinque minuti mi sono sentita con il mondo in pugno, ero pronta per la mia nuova emozionante avventura! Si era fatto tardi e dopo un grande grande ho sentito un pezzettino di cuore incollarsi ad un altro e con una boccata di elettrizzante felicità nei polmoni mi sono infilata sotto le coperte aspettando l’indomani.
Ovviamente la sveglia non ebbe tempo di suonare, l’avevo anticipata ed ero già saltellante per casa pronta per partire, un bacio alla mia gatta, un abbraccio ai miei genitori e via! Un mio caro amico mi ha accompagnata all’aeroporto di Venezia, da dove ho preso l’aereo per Manchester: lì girovagavo per l’aeroporto a testa alta, con un sorrisone idiota spiaccicato in faccia e a petto in fuori, un po’ schiacciata dal caro vecchio zaino, ma non lo davo a vedere: ero fiera del mio zaino in spalla e del mio biglietto aereo, zampettavo verso il mio gate contenta come un bambino in un negozio di caramelle! Ovviamente non appena son salita in aereo e questo ha iniziato il decollo ho perso tutta la mia dignità appendendomi ai sedili più forte che potevo, sudando freddo e sussultando per ogni movimento o rumore che non fosse per me normale – cioè più o meno per qualsiasi cosa, è stato abbastanza imbarazzante lo ammetto, ma questi son dettagli. Una volta arrivata a Manchester e riacquistata la mia dignità e l’aspetto fiero e impettito sono andata a sedermi su una panchina in attesa dei miei due amici torinesi.
Dopo poco più di una mezz’oretta li vedo sbucare da poco lontano: gli vado incontro e li vedo sorridere nel vedermi, sorrido anche io ed un altro pezzettino di cuore si incolla. Ci salutiamo e spariamo le prime due cagate, ma senza perdere tempo prendiamo un autobus che ci porta direttamente al noleggio auto, dove Ambra che sembrava proprio pappa e ciccia con l’inglese è riuscita a ritirare la nostra bella Volvo 😀 nuova, perfetta, e lustra, Completa di cambio automatico.. il top!
Soddisfatti della nostra nuova compagna di viaggio l’abbiamo caricata di borse e borsoni e siamo partiti! Cioè, partiti. Sì, partiti, ma un po’ a rilento: diciamo che la guida a sinistra è stata un po’ strana come inizio avventura, anche perché giusto per non rendere le cose troppo semplici per uscire da Manchester abbiamo dovuto affrontare parecchie rotonde, ma è stato divertente! Ovviamente ha guidato Attilio, che a quanto pare ha più problemi col cambio automatico che con la guida a sinistra, Ambra era il nostro fidato navigatore, almeno fin quando non crollava e si addormentava- A me, invece, è toccato svaccarmi sui sedili dietro ad ammirare il paesaggio. Appena usciti dalla città si è fatto tutto più bello, più ampio, spazioso; pian piano abbiamo trovato sempre meno gente e sempre più pecore con i loro agnellini, meravigliose! Ma un po antipatiche, avevo scommesso con Ambra una cena se fossi riuscita a prendere un agnellino, ma non c’è stato nulla da fare: più veloci e scaltri di me! In ogni caso, anche solo guardarli era magnifico, ovunque mi girassi vedevo un agnellino accoccolato alla madre.
Comunque, tra pecore, agnelli, fagiani e prati infiniti, alla sera siamo arrivati a destinazione in una piccola città, ordinatissima, pulita e accogliente, dove abbiamo trovato la casa del signore che ci avrebbe ospitati, un signore di una certa età, ma molto simpatico e disponibile. Ci ha accolti al cancello dove, dopo averlo salutato, ho notato alle sue spalle un gattone ciccionissimo che ha catturato tutta la mia attenzione per qualche secondo, poi mi sono ripresa e ho aiutato i ragazzi a portare le cose in casa. La casa era molto carina, il giardino le girava tutto attorno, c’era un piccolo orto, un tavolino con qualche sedia e alcune mangiatoie per gli uccellini sparse qua e là, tutto attorno c’era la pace. Silenzio, solo una piccola strada che costeggiava il giardino, qualche casetta vicina e alle spalle della casa un prato infinito. Quando siamo entrati il signore ci ha fatto togliere le scarpe, e ci siamo ritrovati in una piccola cucinetta tutta per noi, poco più avanti c’era un piccolo bagno e una veranda bellissima che dava sul giardino, tutta bianca con un tavolo e un divano, emanava un senso di pace incredibile. Al piano di sopra c’era la nostra camera con tre letti singoli. Dopo una cena preparata da Chef Attilio e due chiacchiere sul divanetto abbiamo optato per l’andare a dormire e a ricaricare le batterie per il giorno seguente.
Questa volta mi ha svegliato la sveglia; è stata un po dura alzarsi da quel letto morbisodo, ma la voglia di andare ad esplorare il Galles è stata più forte della pigrizia, quindi, tutti in piedi pronti per la colazione! Il signore – carinissimo – ci aveva già apparecchiato la tavolo e sembrava di far colazione in una fiaba per bambini, era tutto perfetto. Pane e nutella, bacon e uova et voilà! Pronti per salutare il gatto ciccione e lasciare la casetta, zaini in macchina e partenza, meta: Brecon Beacons. Il programma della mattinata prevedeva di raggiungere la cima di una collinetta – niente meno che il monte Pen Y Fan – assieme ad un amico di Atti, Andrea, un italiano che si è ritrovato a vivere in Galles dopo aver sposato la nipote di Charlie Chaplin – che storia incredibile! – anche lui un ottimo fotografo e molto simpatico. Ci siamo incontrati ai piedi della collina e in sua compagnia abbiamo seguito il largo sentiero fino alla cima.
Da lassù si vedeva tutto, non eravamo tanto in alto, 886 metri appena, eppure l’occhio non trovava ostacoli fino all’orizzonte, se non la continuazione della cresta che stavamo percorrendo. Bello, davvero bello, mi sono sentita davvero libera, in testa continuavano a rimbombarmi in testa le parole di una canzone: “Libero libero libero, mi sento libero” respiravo a pieni polmoni quest’atmosfera di felicità, saltellavo da un sasso all’altro, un po’ perché cercavo di aiutare Atti a scattare i suoi capolavori, un po’ perché mi sentivo in cima al mondo, e mi sentivo cosi leggera… catturavo le immagini con lo sguardo cercando di intrappolare anche i profumi, i rumori, le emozioni, la temperatura, per tenere sempre con me il ricordo di quel posto magnifico e perché sapevo che una volta a casa mi sarebbe mancato tutto questo. Quando mi sono seduta su una roccia con le gambe a penzoloni nel vuoto, col vento che mi faceva vibrare il giacca e che mi solleticava la faccia con quei quattro capelli che sbucavano dal cappello, ho sentito un altro pezzetto di cuore tornare al suo posto.
Non abbiamo avuto tantissimo tempo per esplorare più approfonditamente quel magnifico posto, perché altri chilometri e altri spettacoli ci attendevano, cosi siamo scesi, abbiamo salutato e ringraziato il nostro amico Andrea e siamo ripartiti. Dopo prati e pecore, pecore e prati, qualche fagiano e qualche spavento nell’accorgersi che stavamo guidando di nuovo dalla parte sbagliata, abbiamo visto sbucare da dietro una curva pecore l’oceano: mi ha incantata subito e ci siamo dovuti fermare perché scattare qualche foto era il minimo! Ma non abbiamo perso tempo, Atti aveva nel mirino Rhossili Bay, quindi ci siamo rimessi subito in marcia, e dopo esserci quasi persi, ed aver trovato un po’ di traffico siamo riusciti a raggiungere la spiaggia più bella che io abbia mai visto.
Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio enorme, e ci siamo incamminati verso il sentiero e dopo pochi passi mi sono ritrovata di fronte a una spiaggia immensa, penso che fosse una trentina di metri sotto al sentiero dove eravamo noi, ero rapita, ma per un attimo mi ha distratto una cosa: non mi aspettavo di trovare le pecore a brucare persino lì! Comunque abbiamo iniziato a camminare ed a rubare con gli occhi tutto quello che ci stava attorno, mi sono innamorata subito di quel paesaggio, sarei rimasta una giornata intera seduta sul bordo della scogliera ad assaporarmi tutto ciò che mi stava attorno…ma Ambra e Attilio avevano in mente qualcosa di più carino. C’era un’isoletta poco più in là ad a seconda delle maree si creava un ponte per arrivarci, e fortunatamente siamo arrivati con la bassa marea, cosi abbiamo deciso di raggiungerla anche se i tempi erano stretti. Il percorso era parecchio irregolare e penso che le mie caviglie mi abbiano mandato giusto qualche imprecazione in quei pochi metri che ci dividevano dall’isolotto, ma è stato emozionante saltellare tra gli scogli mentre l’acqua pian piano si mangiava il passaggio!
Non avrei mai voluto lasciare quel posto – un pezzo di cuore è tornato al suo posto, ma con una nuova crepa, prima o poi ci dovrò tornare! – ma dovevamo raggiungere la nostra nuova casetta per la notte prima di sera, così ci siamo rimessi in macchina e con ancora il sole in cielo siamo arrivati in una bellissima fattoria, con galli, galline, gatti, cavalli e un sacco di muli! Ci ha accolti una signora dolcissima che ci ha fatti accomodare nella nostra casina in giardino – molto, molto, ma molto bella! – e ci ha consigliato di andare a vedere il tramonto sull’oceano in un posto lì vicino, ci ha dato alcune indicazioni ed eccoci di nuovo per strada! Delle piccole stradine strette ci hanno portati in poco tempo in mezzo al nulla, e poco dopo ancora, in cima ad immense scogliere a strapiombo sull’oceano, bello è dir poco!
Attilio si è messo subito all’opera per poter immortalare al meglio il tramonto a cui non mancava ormai troppo, mentre io e Ambra abbiamo optato per fare due passi e poi sederci in un posticino comodo a guardarci attorno mangiando patatine a go-go…ottima scelta devo dire. Contenti di esser riusciti a vedere anche il tramonto siamo rientrati, e ahimè, non son riuscita a trattenermi dal buttarmi in stalla a coccolare tutti i muli, cosi pochi minuti dopo mi sono innamorata di Willow, una mula ruffiana che mi di spiaccicava addosso perché voleva i grattini sulla pancia, e un’altra manciata di minuti dopo le ero in groppa con un mega sorrisone da ebete e contenta come non mai, con tanti pezzettini di cuoricino che si rincollavano tra di loro. Ma a mezzanotte ci siamo resi conto che era decisamente tardi e siamo andati ad appisolarci, il giorno dopo ci aspettava la scalata del monte più alto del Galles.
La mattina dopo prima di ripartire sono andata a salutare i miei amici muli e la loro simpatica padrona prima di ripartire, Snowdonia ci stava aspettando! Dopo un altro po’ di chilometri su strade mozzafiato siamo arrivati a destinazione. Faceva freddino, ci siamo vestiti e siamo subito partiti, subito ho capito che Brecon Beacons non era un caso, in Galles tutti i sentieri sono larghissimi e tenuti benissimo, delle autostrade per chi è abituato a camminare sulle nostre montagna insomma!
La salita alla cima è stata più semplice del previsto, qualche scolaresca ci ha affiancato durante la camminata e vedere i bambini più cicciottelli sudare cioccolato dalla fatica mi ha divertita abbastanza, comunque la montagna ha voluto giocare a nascondino con noi – in particolare con Atti quando siamo arrivati alla cima. Si è ricoperta di nuvole che non ci hanno permesso di guardare giù e nemmeno di fare qualche scatto, abbiamo aspettato, ma nulla, così abbiamo deciso di scendere. Pochi metri più in giù, girandoci, ci siamo accorti che la punta era di nuovo libera. E’ stato un alternarsi di coperto e scoperto per tutta la discesa, ed è stato divertente anche la reazione di Attilio che per sfogarsi ci sgridava quando con dei piccoli sassetti provavamo a colpire la lana pitturata delle pecore in attesa che lui facesse le foto 😀
E’ stata stupenda anche la discesa, che prevedeva il passaggio su un ponte che tagliava uno dei vari laghi incontrati durante la camminata. Una volta arrivati a valle abbiamo preso di nuovo la macchina alla volta dell’ostello che ci avrebbe ospitati per la nostra ultima notte in Galles.
Ostello in mezzo alle pecore e al nulla, come il resto delle cose d’altronde, molto carino e ordinato! Abbiamo deciso di andare a vedere un’altra spiaggia li vicina ed in onore dell’ultima serata abbiamo deciso di mangiare fuori, ma alle 8 di sera non è stato per nulla facile trovare un posto aperto dove ci facessero un bel piatto di fish and chips. Ma chi la dura la vince e alla fine abbiamo trovato un pub in chiusura dove hanno avuto pietà di noi e ci hanno fatto finalmente cenare 😀 A pancia piena e corpo distrutto, siamo andati infine a cappottarci nel letto in attesa di scoprire cosa ci avrebbe riservato l’ultimo giorno in quel magnifico posto.
Sveglia, colazione per strada e vogliosi di sfruttare il poco tempo rimasto per vedere qualcos’altro di interessante ci siamo rimessi in marcia, cosi siamo finiti in una spiaggia di fronte a un’enorme nave abbandonata e ricoperta di disegni, abbastanza strana come atmosfera, ma interessante!
Ed infine siamo andati a vedere un faro su una scogliera, tutto bianco e molto particolare, faceva freddo e piovigginava, ma non abbiamo resistito dal scendere dalla macchina per ammirarlo un po’ e fare due passi lì vicino, e così il Galles ci ha premiati con un ultimo regalo, abbiamo visto comparire un magnifico arcobaleno alle spalle del faro che finiva dritto dritto in acqua. Ci ha tolto il fiato e riempito il cuore, con questo regalo in testa siamo ripartiti per raggiungere nuovamente l’aeroporto di Manchester. A cuore stretto siamo andati riconsegnare la macchina e a cercare il nostro gate. Ambra e Attilio mi hanno accompagnata al mio gate e lì ci siamo divisi. Ho dovuto aspettare qualche ora prima di prendere l’aereo e in quel lasso di tempo ho ripensato a tutto quello che abbiamo fatto, con quanto poco due amici che fanno dei viaggi la loro vita siano riusciti ad aiutarmi a rimettermi in piedi, a farmi vivere un’esperienza che mi rimarrà impressa per sempre, a farmi felice, a farmi ridere e divertite, a farmi sentire LIBERA, serena, soddisfatta e orgogliosa di me stessa. Grazie davvero di tutto!
E le foto di Atti sono la cigliegina sulla torta! Orgogliosa di aver partecipato a una delle vostre avventure! :D”
Greta
Grazie a te Greta, un’altra avventura indimenticabile, condivisa con una persona fantastica!
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