8 agosto 2020
E’ una strana estate, i nostri viaggi oltreoceano alla scoperta di terre lontane sono un ricordo di estati passate e una speranza per quelle future, quest’anno rimaniamo entro i nostri confini per scoprire un luogo che altrimenti non avremmo probabilmente deciso di vedere: le Dolomiti ci aspettano. E non siamo soli, incontreremo un po’ di amici lungo la strada per condividere una parte di queste nuove avventure che ancora non abbiamo ben deciso.
Partiamo stranamente senza fretta, il viaggio non è lungo, poche ore e raggiungeremo gli altri per una prima serata decisamente perfetta per inaugurare le vacanze: ci aspetta lo spettacolo Au bout des doigts nella spettacolare cornice delle 5 Torri, a Cortina d’Ampezzo. Dopo qualche ora di macchina eccoci arrivati, siamo un po’ in ritardo rispetto al previsto e dobbiamo per forza prendere la seggiovia per salire e raggiungere una parte del gruppo.
Ci aspettano con le coperte stese sul prato in ottima posizione per goderci lo spettacolo di ballerini e arrampicatori che volteggiano tra le torri nel buio della sera, sotto le stelle che pian piano cominciano a splendere in cielo. Alla fine dello spettacolo decidiamo di scendere a piedi e ci godiamo la prima di alcune notti in macchina, purtroppo le Dolomiti non sono il miglior posto per fare campeggio libero.
9 agosto 2020
Il giorno dopo torniamo sotto le 5 torri per arrampicare un po’ e goderci la prima giornata rilassante di vacanza. Tra un tiro e l’altro decidiamo di avventurarci sulla ferrata che ci porta in vetta al Monte Averau per poi tornare in tempo per goderci il tramonto prima di scendere di nuovo alla macchina e cercare un nuovo posto per passare la notte, finalmente tutti insieme.
10 agosto 2020
E’ ora del primo vero trekking. Ci alziamo sempre uscendo dal baule della macchina dopo una notte di sonno non proprio comodissima e ci dirigiamo subito verso la partenza del trekking per la Tofana di Rozes, al Rifugio Dibona. Ci dividiamo, non saliremo tutti visto che il bimbo è ancora troppo piccolo per questa salita che porta oltre i 3.000 metri di altezza. La camminata comincia subito per lunghissimi tornanti che tagliano la parete di rocce e roccette e che decidiamo per gran parte di tagliare arrampicandoci dritti verso l’alto. Raggiunta la prima meta, il rifugio Giussani e poi comincia la parte divertente, a tratti dobbiamo aiutarci con le mani e più saliamo più la temperatura si abbassa, fino a raggiungere la croce di vetta con un bel vento gelido che ci ghiaccia la schiena sudata.
Il panorama è fantastico, con la roccia sfumata di mille tonalità diverse e le ombre delle nuvole che giocano tra i picchi appuntiti, ci riposiamo il tempo di uno snack e siamo pronti a scendere, ci aspettano per la cena!
11 agosto 2020
Giornata di relax e spostamenti, ci dirigiamo con tutta calma verso la Val Montanaia, dove dovremmo trovare un po’ di respiro dalla calca che ci perseguita da qualche giorno. Guidiamo e scendiamo verso la pianura raggiungendo un’ansa di un fiume dove ci fermiamo per fare pranzo, ricongiungendoci con gli amici. Ne approfittiamo per fare un veloce bagno rinfrescante nelle acque fresche che scendono dalle montagne e poi si riparte verso la Val Montanaia dove per la prima volta, il campeggio libero non è vietato. Passiamo una bella serata, con un ottimo dolce al rifugio Pordenone.
12 agosto 2020
Ci svegliamo sotto un bel sole estivo e non perdiamo tempo, colazione e siamo subito in cammino. I due scalatori partono per una giornata di arrampicata al Campanile, ci raggiungeranno in serata, mentre donne, Atti e bambini, zaini pieni, ci incamminiamo prima sempre in direzione Campanile per poi lasciare mamma e zia con bimbo al bivacco Perugini da cui poi torneranno indietro.
Noi invece tentiamo un lungo anello che ci porta prima su per la pietraia fino alla Forcella Montanaia, poi giù nella vallata successiva dove troviamo qualche mirtillo per uno spuntino itinerante, dopo aver tolto qualche chilo di sassi dagli scarponi. Pochi passi pianeggianti e si sale di nuovo, praticamente sempre su pietraia tolto un primo pezzetto di bosco e su fino alla Forcella del Leone, dove un breve momento di relax e uno spuntino sono indispensabili. Di qui comincia una lunghissima discesa che con un lungo arco e su una pietraia infinita, ci porta di nuovo al Rifugio Pordenone da cui siamo partiti. I piedi son fritti dopo tutta la giornata sui sassi, la fontanella gelida è provvidenziale per rimetterci in sesto in fretta.
Una bella cena e poi si torna su al rifugio per qualche amaro e tante chiacchiere con il simpaticissimo gestore, prima di crollare finalmente in tenda, ma sotto una bella pioggia.
Diario di viaggio: Dolomiti On the Road
Scrivi un commento